Nell’ultimo periodo la scena mediatica e Politica internazionale è dominata da un solo uomo: il signor Donald Trump. Sono giorni convulsi e pieni di ansia. Tutto il mondo, in questo crescere di preoccupazione, si pone la medesima domanda: "Quali saranno gli effetti della politica signor Trump?". Dopo il “ban” all’entrata dei cittadini di sette paesi a maggioranza musulmana, la tensione è nuovamente in crescita.

I più tesi, ovviamente, sono gli statunitensi stessi. Essi iniziano a ricordare quei giorni, in cui la “luce” della democrazia illuminava il loro grande paese, come giorni lontani.

È mai esistita una democrazia americana?

La democrazia di cui si parla è quella che ha portato le disuguaglianze sociali ed economiche all’estremo. Essa ha creato un paese dove l’1 per cento della popolazione, più ricco, possiede quasi la metà di tutte le ricchezze. Si parla della popolazione che non ha visto crescere il proprio reddito per trent'anni. Il reddito dell'1 per cento più ricco si è però triplicato. Il paese simbolo della libertà ha speso 700 miliardi di euro per salvare le banche che stavano per mandarlo a picco. Le stesse banche che lo fecero comunque sprofondare nella crisi finanziaria che portò, in un anno, alla perdita del posto di lavoro di 9 milioni di persone. La crisi finanziaria che tutto il mondo ha subito e sentito.

Chi parla di età dell’oro della USA democracy parla di un paese in cui più di sei milioni di cittadini si trovano in prigione o in libertà condizionata. Come simbolo di uguaglianza e parità, la popolazione nera detenuta è tripla rispetto a quella dei neri liberi. L'ultimo governo progressista e sorridente ha espulso, dal territorio nell'arco degli anni 2009-2016, 3 milioni di immigrati, mentre dichiarava di aiutarli.

Una democrazia che ha guadagnato grandi fortune sfruttando la manodopera a basso costo e maltrattata proveniente dall'immigrazione legale e illegale, e che adesso ne lamenta le conseguenze.

Solo l’anno scorso la "più grande democrazia del mondo" ha sganciato più di 26mila bombe in Siria, in Iraq, in Afghanistan, in Libia e nello Yemen.

La stessa democrazia che ha ancora un campo di concentramento fuori del suo territorio in cui rinchiude chi vuole. Il paese più interventista della storia, spesso con estrema violenza.

Rimpiangendo la democrazia e temendo Trump, è stata criticata con proteste da parte di tutti gli strati sociali statunitensi e in tutto il mondo, l'unica decisione politica non "guerrafondaia" degli ultimi 70 anni. Il consiglio dei progressisti e dei liberali è di non fermare l'immigrazione da 7 paesi musulmani, ma di usare il metodo che tutti i governi americani hanno sempre usato: bombardarli.