Trentuno anni non sono cosa da poco. Più di tre decenni, impreziositi dalla vittoria di 29 trofei, dalla storia e della gloria conquistata in Italia e nel mondo. La presidenza berlusconi ha lasciato un ricordo e un'eredità indelebili nel cuore dei tifosi milanisti e nella storia del calcio, italiano e non; ma oggi è destinata a volgere al termine. Come sappiamo, clamorosi ribaltoni dell'ultima ora permettendo, il prossimo 3 marzo verrà convocata l'assemblea degli azionisti del Milan che formalizzerà l'acquisto della società rossonera da parte della cordata cinese guidata da Sino-Europe Sports.

Oggi vogliamo parlare delle opinioni negative nate in proposito.

'Pensatori' eccellenti e mediocri

I "pensatori" (come spesso si sono autodefiniti sui social) sono coloro che non solo non hanno mai creduto alla possibilità che il Milan finisse nelle mani di acquirenti cinesi e che hanno deriso chi ci ha sempre creduto. I pensatori mediocri, composti da chi ha voluto sin dall'inizio scrivere della questione "cessione Milan" senza mai avere minima cognizione o prova di ciò che affermavano. Sono principalmente "alti pensatori" legati ad altri colori e fedi calcistiche che hanno intenzionalmente voluto screditare il nome del Milan e tutto ciò che attorno a esso ruota, approfittando anche di questo infausto biennio per la società milanese.

I pensatori eccellenti, invece sono personalità importanti legate al mondo del calcio che hanno palesato il loro scetticismo nei confronti della buona riuscita della cessione o del futuro progetto Milan. A differenza dei primi, gli "eccellenti" sono spesso insider del "business" e ben ne conoscono retroscena e dinamiche. Inutile dire che questi siano in netta minoranza, rispetto alla schiera di opinionisti e giornalisti vari che affolla la prima categoria.

Un 'pensatore' di gran valore

Nella fazione dei pensatori eccellenti non è possibile nascondere, o comunque non considerare, la posizione di un uomo che il Milan di Berlusconi (e non solo) lo ha praticamente fatto e sorretto in 25 anni di straordinaria carriera: Paolo Maldini. Ex difensore, capitano, leggenda e bandiera del Milan, Maldini ha fin dal principio mostrato non poche remore nell'aderire al progetto del "Nuovo Milan".

Andare contro la figura di un gigante come Maldini e paragonare la sua posizione a quella di chi ha sempre parlato male del Milan e della cessione perché "parlar male di un grande club in difficoltà è semplice" sarebbe un'insensata e terribile blasfemia. Lo stesso ex calciatore ha infatti recentemente ribadito con un post su Facebook come il Milan sia sempre stato e sia ancora una grande passione, un "affare di cuore", per citare le sue parole. E allora perché ha rifiutato un ruolo nella società del Milan che verrà? L'ex numero 3 rossonero continua spiegando di non essere convinto riguardo l'organizzazione societaria futura, definendola poco chiara e troppo simile a quella "a due AD" che tanti disastri ha fatto negli ultimi anni.

Il futuro, la speranza, il Milan

Insomma, il Milan è negli ultimi anni caduto talmente in basso che anche oggi, ad un passo da una possibile svolta storica, ben in pochi sembrano crederci. Sembra quasi una truffa. Il tifoso milanista, però, che ha ancora negli occhi e in un angolino dell'anima, ad esempio, le grandi notti di Manchester e Atene, le magie di Sheva e Kakà e la bellezza di più di un quarto di secolo trascorso da protagonisti in qualunque competizione, non può semplicemente lasciare le proprie speranze e arrendersi al triste destino che ha visto il vecchio grande Milan piegarsi al nuovo calcio. Per quanto grande possa essere il rispetto verso un mostro sacro come Paolo Maldini, dobbiamo e vogliamo ancora credere che il suo rifiuto sia legato ad ambizioni personali disattese e non a genuino scetticismo e disinteresse. E allora mille volte grazie, Presidente ma è ora che si riaccendano le luci a S.Siro e possa il tifoso rossonero tornare a sognare e sperare come un tempo. Si aprano, dunque, le danze.