La 194 è una legge o l’Anno Domini in cui siamo stati catapultati dopo aver letto l’assurda polemica fuoriuscita da ciò che è successo al San Camillo di Roma? Ricapitoliamo e procediamo con ordine. In estrema sintesi, il termine obiezione di coscienza indica la possibilità di rifiutare, da parte di chi ritiene che gli effetti derivanti siano contrari alle proprie convinzioni etiche, morali o religiose, di assurgere ad un dovere imposto dall’ordinamento giuridico dello Stato.

Ecco, colui che effettua questa scelta viene definito obiettore di coscienza.

Come funziona in Italia?

Il diritto all'obiezione di coscienza fu introdotto dalla legge n. 772 del 15 dicembre 1972, che lo riconobbe contro il servizio militare di leva per motivi morali, religiosi e filosofici, e introdusse di conseguenza la possibilità di rifiutare e sostituirlo con un servizio non armato, spesso e volentieri con il servizio civile. Il diritto all'obiezione è possibile anche in altri ambiti, come per la sperimentazione animale e, appunto, per l'aborto.

In seguito, la legge n. 230 dell'8 luglio 1998 sancì il pieno riconoscimento giuridico dell'obiezione di coscienza, intesa come diritto della persona.

E la 194?

In Italia, fino al 1978, l'interruzione volontaria di gravidanza era considerata dal codice penale un reato.

Con la legge 194 del 22 maggio 1978, invece, si consente alla donna di poter ricorrere alla IVG in una struttura pubblica (purché sia un ospedale o un poliambulatorio convenzionato con la Regione di appartenenza) nei primi 90 giorni di gestazione; e, solo ed esclusivamente per motivi di natura terapeutica, anche tra il quarto e quinto mese.

Cosa è successo a Roma?

Alla notizia che l'ospedale San Camillo di Roma ha indetto un concorso pubblico per l’assunzione di due ginecologi non obiettori, proprio finalizzato al servizio di interruzione volontaria di gravidanza imposto dalla Legge 194, in Italia si è scatenato un vespaio di polemiche che, come al solito, ha riaperto una discussione mai sopita e mai del tutto risolta.

Dibattito che spacca a metà il Paese tra chi difende il diritto della persona a scegliere fino in fondo e chi, invece, antepone a tali scelte ipotetiche motivazioni di carattere etico o morale. La giustificazione del presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti è semplice: “Questo è un modo per attuare al meglio la legge 194 sulla IVG”. Tuttavia per la Cei, la Conferenza Episcopale Italiana, è esattamente l’opposto, cioè "l'obiezione di coscienza è un ‘diritto’ e così facendo si snatura la legge 194”.

Eppure la Costituzione Italiana recita che “Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani”. Ma, ci si rivolge agli amici con a capo il simpaticissimo Francesco con sconfinato rispetto, non sarebbe forse ora di rispettare le leggi e, ogni tanto, onorare anche il celeberrimo undicesimo comandamento?