Avevamo lasciato Mario Adinolfi ai suoi scontri con Valentina Nappi. La nota diva dell'eros lo aveva aspramente criticato per la sua proposta di oscurare in Italia i siti per adulti. Le posizioni oltranziste dell'ex deputato del PD sono piuttosto note, lo possiamo tranquillamente definire un integralista cattolico e, pertanto, tutte le realtà che cozzano in qualche modo con il cattolicesimo sarebbero letteralmente da bruciare in base al suo punto di vista, un pò come i libri dati alle fiamme dal regime nazista nella Germania degli anni '30. A quel triste periodo, purtroppo, è stato fatto riferimento dallo stesso Adinolfi.

Scelta infelice, circostanza ancora più infelice, quella del suicidio assistito di DJ Fabo. Ha contestato le proposte di legge in merito e puntato il dito sui costi del trattamento in Svizzera, ma la frase che ha destato maggior scalpore è stato il riferimento ad una delle stragi più agghiaccianti della follia nazista, quella di disabili fisici e mentali. "Hitler i disabili li eliminava gratis", ha scritto in un post su Facebook. Inutile sottolineare il putiferio sorto da questa becera provocazione. Tra le reazioni, quella del social network che ha deciso di sospenderlo per un mese.

L'ultima di una lunga serie

Chi urla più forte degli altri trova sempre un discreto numero di accoliti. Il 'Family Day 2016' che ha visto Mario Adinolfi tra i promotori principali, nasceva per manifestare pubblicamente i valori della famiglia tradizionale.

Promuovere le proprie idee è legittimo, ledere gli altrui diritti decisamente meno e, alla fine, il 'giorno della famiglia' si è rivelato soltanto un vuoto e pretestuoso carrozzone politico sorto per attaccare la legge sulle unioni civili. Un fallimento sotto tutti i punti di vista, tant'è che lo stesso Adinolfi ha poi deciso di fondare l'ennesimo brandello di politica italiana con il partito del "Popolo della famiglia".

Il tentativo di dare 'identità politica unitaria' ai cattolici italiani - orfani di un punto di riferimento in parlamento da oltre un ventennio dopo lo scioglimento della DC - sta dunque proseguendo, ma l'impressione è che l'ultraconservatore, giornalista e blogger stia giocando davvero male le sue carte e questo, riferito ad un ex giocatore professionista di poker, non è certo un complimento.

Le sue dichiarazioni su "la donna che deve essere sottomessa al marito" ed i suoi evidenti commenti omofobi, scaturiti in numerose occasioni, hanno sollevato incredibili polveroni. Sono soltanto alcune delle sue frasi "politicamente non corrette" e, sebbene In uno Stato democratico ci sia evidente libertà di opinione, nel caso della vicenda di dj Fabo è stato ampiamente superato il confine dell'indecenza. Per chi avrebbe voluto oscurare i siti a luci rosse da Internet, essere a sua volta oscurato dal più cliccato tra i social newtork è un colpo pesante. Dulcis in fundo, è arrivato il commento della moglie di Adinolfi, Silvia Pardolesi, che accusa Facebook di "censura" solo perché il marito avrebbe utilizzato "un'opinione difforme al politically correct".

"Opinione", "censura", "decenza"... si consiglia vivamente ai coniugi Adinolfi un corso accelerato sul significato di queste parole. Magari le lezioni potrebbe tenerle Valentina Nappi che, in quanto ad affermazioni 'politically incorrect', ha certamente stile e, ad onor del vero, parecchia più decenza di Mario Adinolfi.