A Ponticelli, quartiere nella periferia orientale di Napoli, vige il degrado più totale a testimonianza di quanto le istituzioni siano lontane dai problemi e dalle esigenze della gente che ci abita. Impera l'illegalità e non esiste alcuna misura a norma di sicurezza soprattutto a ridosso di cantieri dismessi che sono diventati ormai vere discariche a cielo aperto. Di quei palazzi destinati ad accogliere le famiglie nel periodo del post terremoto rimane soltanto lo scheletro poiché la costruzione, avviata senza licenza, è stata poi sospesa con il cemento che regna tutto intorno.

E' questo lo scenario in cui dodici anni fa perse la vita il piccolo Francesco Paolillo mentre cercava di aiutare un amichetto in difficoltà nel ritornare giù da un'impalcatura all'interno di un palazzo in costruzione. Il quattordicenne perse l'equilibrio e precipitò dal sesto piano cadendo nel vuoto, in quello spazio che originariamente doveva essere destinato all'ascensore. La prematura scomparsa del giovane commosse l'intero quartiere che gridò sin da subito al gesto eroico di un minorenne che ha perso gli anni più belli della vita a causa dell'abusivismo edilizio ma anche per la scarsa presenza delle istituzioni sul territorio delle periferie. Quei luoghi lontani dalla lente d'ingradimento della politica non fanno altro che registrare spiacevoli fatti di cronaca molto spesso legati a baby gang di giovanissimi in balia dell'illegalità e privi di un sano modello di riferimento.

Il quartiere Ponticelli desideroso di un definitivo riscatto

Il Comune di Napoli, sollecitato dai continui appelli della famiglia Paolillo, ha inaugurato un parco giochi intitolato alla memoria del piccolo Francesco affinché il suo esempio di giovane eroe possa essere ben impresso nelle menti dell'intera cittadinanza. Con il tempo, però, l'area è stata trascurata a causa della scarsa manutenzione ed è divenuta ben presto uno spazio destinato allo sversamento illegale di rifiuti.

Erbacce, scarti di ogni genere, attrezzature danneggiate, persino carcasse di auto e moto spiccano in uno spazio concepito per l'intrattenimento dei più piccoli e delle loro famiglie. La situazione rischia di peggiorare e sono questi, purtroppo, i casi che concentrano l'attenzione attorno alla questione dell'inquinamento ambientale.

Inizialmente della gestione e della manutenzione del parco se ne occupava spontaneamente la famiglia di Francesco animata dal desiderio di tenerne vivo il ricordo. Attraverso la voce del fratello, Alessandro, che non ha mai abbandonato la speranza di veder ripristinato il decoro originario del parco giochi, si apprende che le istituzioni hanno mosso i primi passi verso l'auspicata bonifica partendo proprio dal cantiere per poi coinvolgere l'intera area. Un polmone verde che, alimentato dall'allegria dei tantissimi bambini presenti, darebbe finalmente linfa vitale ad un intero quartiere.