Le partite della morte

Stasera si giocherà la partita amichevole in casa degli olandesi. La storia della nazionale olandese è segnata da un calcio spettacolare e leggendario - in gran parte ereditato dal teorico del calcio totale Rinus Michels, storico allenatore dell'Ajax -, affiancato però da cocenti delusioni. Il Mondiale di Calcio del 1978 disputatosi in Argentina fu una delle pagine più buie del calcio e della sua collusione con la politica. La nazionale di Mario Kempes conquistò il titolo contro l'olanda, in un clima di crescenti tensioni e boicottaggi.

La giunta del generale Jorge Rafael Videla controllò direttamente l'amministrazione allo scopo di recuperare un po' di quel prestigio internazionale che le malversazioni sulla dittatura avevano disgregato. Certo è che la vittoria finale dell'Argentina, benché contestata e controversa, non fu solo il frutto della minaccia dell'esercito. La supervisione dell'organizzazione venne affidata al contrammiraglio Carlos Alberto Lacoste - che sarebbe diventato presidente per un breve periodo nel 1981 a seguito della deposizione del generale Viola, che a sua volta aveva deposto Videla. In molti contestarono la decisione della FIFA sull'assegnazione; il più forte giocatore del mondo, Johan Cruijff, abbandonò la sua nazionale temendo per la sua sicurezza, come pure fecero il capitano dell'albiceleste Jorge Carrascosa e l'ex campione del mondo della Germania Ovest - titolo ottenuto proprio battendo l'Olanda - Paul Breitner.

La giunta militare mise la mordacchia alla stampa per evitare la circolazione delle notizie riguardanti la guerriglia dei montoneros, frangia paramilitare del defunto movimento peronista, fuori del paese.

Tensione

Mario Kempes trainò la sua squadra in finale con sei reti, andando a segno due volte proprio nella partita conclusiva contro l'Olanda.

La nazionale argentina venne chiamata a farsi carico dei progetti politici della Casa Rosada, i cui disegni non si sarebbero concretizzati senza la fatica e la paura della nazionale più forte del mondo. Benché priva di Johan, l'Olanda vantava fenomeni come Neeskens, Haan e Rudd Kroll, e quasi tutta la rosa era ancora appartenente al nucleo storico dell'Ajax campione d'Europa.

Il 25 giugno del 1978, l'Estadio Monumental era ricoperto di coriandoli, il rumore dei cori e dei tamburi impediva qualunque conversazione: gli argentini sapevano di non poter perdere. Al 38' Mario Kempes sbloccò la partita, la reazione degli olandesi si fece attendere fino all'82', quando Nanninga andò a segno. Kempes andò in rete di nuovo nei primi minuti dei supplementari, lasciando a Daniel Bertoni l'onere di concludere il match. Nei precedenti mondiali disputatisi in Germania Ovest gli olandesi vennero battuti dai padroni di casa, e in Argentina la maledizione si ripeté impietosa. La giunta militare ebbe la sua dose di responsabilità nel lasciare una delle nazionali più forti della storia senza un trofeo internazionale, soprattutto alla luce di tutte le finali disputate.

La compagine di Kempes vacillò più di una volta, specie contro l'Italia di Gentile. Cosa sarebbe successo a Kempes e compagni se gli azzurri avessero vinto a Buenos Aires, invece che in Spagna quattro anni dopo?