Comunque la si pensi su Beppe Grillo, non si può negare il fatto che abbia rivoluzionato il modo di fare politica abbandonando - almeno in un primo momento - i media tradizionali ed affidandosi al web. Le sue premonizioni su un futuro nel quale saranno abbandonati televisione e giornali si sono rivelate vere solo in parte, tant'è vero che ora non è raro vedere esponenti del Movimento 5 Stelle ospiti di trasmissioni televisive; un passo indietro che in molti hanno giudicato incoerente, ma si è reso necessario in un paese nel quale tra vent'anni il numero dei sessantacinquenni potrebbe superare quello dei quindicenni e nel quale è molto alto il tasso di analfabetismo telematico.

Chi dileggia il Movimento 5 Stelle è tanto meglio?

Una cosa bisogna premettere: qui non si vuole parlare di politica, ma del connubio tra siti web e social network. Dall'esplosione del fenomeno Facebook, sono aumentati i titoli "acchiappa click". Si sprecano i "Massima condivisione", "Condividilo prima che lo tolgano", o i "Video che ha commosso il web". Si tratta del famoso click-baiting, ovvero la creazione di titoli correlati a immagini sensazionali che permettono ai portali di ottenere click, visibilità e guadagni. Naturalmente, i canali social legati al cosiddetto "Partito Azienda" sono i primi ad essere additati di diffondere bufale, "fake news" per generare guadagni. Ma additati da chi?

Quelli che in modo ironico scrivono "Vergognia" o "Giente honesta", sono facilmente individuabili. E' per colpa di questi bizzarri personaggi che un aspirante giornalista non è più libero di scrivere su internet, sulla rete, o "rrette" come la chiamano alcuni spiritosoni. Sono quelli che - se condividi un articolo su Facebook - commentano senza leggere: "Basta scrivere ca...ate"; .

Sono quelli che, se riporti un virgolettato, non capiscono che non stai argomentando una tua opinione, ma trascrivendo dichiarazioni altrui e accusano te di essere di parte. Puoi portare tutte le fonti possibili, puoi citare le pagine ufficiali dei personaggi di cui parli, ma tanto ci sarà sempre il fenomeno che farà lo splendido e scriverà: "Bufalaaaaa".

La sintesi della lotta fra non titani

La lotta fra non titani si può dividere in due categorie: gli "webeti" - come li definisce Mentana, i tuttologi sul web, i complottisti ad oltranza che devono accusare tutto e tutti di essere al soldi di qualcuno per mentire, oltre a chi vede sprechi ovunque, e poi quelli che sono fissati coi tuoi guadagni da click, quelli che potremmo definire populisti anti-wiews . Se scrivessi un articolo e non volessi farlo leggere, lo scriverei su un diario delle medie, non trovate? L'accusa che in molti rivolgono è: "Guadagni con le visualizzazioni, io sono un genio e l'ho capito". Si, e allora? Cosa dovrei essere, una sorta di San Francesco 2.0? Non ti piace il mio pezzo e mi trovi disonesto?

Ignorami piuttosto, ma non commentare "Non ci interessa", perché non dimostri grande arguzia. Ma si capisce che per qualcuno entrare nel merito di un articolo e del suo contenuto è - evidentemente - troppo faticoso e del resto, questi problemi quando c'era solo il cartaceo non se li poneva nessuno. E' inutile andare a cercare leggi anti-bufala. Internet offre un'infinità di prodotti; basterebbe essere abbastanza intelligenti da farsi una propria idea su chi scrive solo per ingannare ed accumulare wiews, e chi vuole farsi leggere ma applicando il massimo scrupolo. Anche fare di tutta l'erba un fascio è populista.