Per capire alcuni fenomeni economici che riguardano il nostro paese, questa volta bisogna partire dall'Europa. Nei primi anni dell'entrata in vigore della moneta unica europea, la giovane Unione ha dovuto affrontare una crisi economica mondiale, proveniente dall'America, che ha colpito il mondo intero, ed in particolare i paesi più indebitati. Molti hanno reagito nel modo migliore, ma la maggioranza ancora si lecca le ferite inferte dalla crisi stessa. Superata la fase critica, i correttivi messi in atto dai Governi di turno, anche se criticabili, non hanno prodotto alcun effetto.

Il tutto fa pensare a fattori sistematici, da individuare, e quindi dello stesso segno, i cui effetti non si compensano, ma si sommano.

Favorevole politica monetaria

E' difficile spiegarlo, ma di seguito faremo delle ipotesi, per cercare di rendere l'idea. Troppo comodo incolpare solo i governi degli ultimi anni, per quello che succede in questo complesso mondo: anche se è vero che una buona amministrazione aiuta. La politica economica monetaria attuata dall'Unione europea, e messa in atto dal Presidente Mario Draghi, ha molto aiutato, con risparmi, le economie più deboli, con segnali che si sono percepiti positivi. I benefici per l'Italia sono stati provvidenziali, ed il Qe ha portato un vero sollievo al nostro mondo economico.

Se ne parla molto poco, ma sicuramente è un punto a vantaggio dell'Europa, anche se in moltissimi settori resta ancora tutto da fare: il lavoro avanza molto lentamente.

La nuova moneta europea

Quando l'Italia ha adottato (2002) la moneta unica europea, la nostra vecchia 'Lira' è stata supersvalutata e questo ha consentito un cambio di lire 1936,27 per un euro.

Un ottimo risultato per il nostro debito pubblico in lire che diviso per 1936,27 ha dato un debito pubblica in euro, di pertinenza. Immaginiamo per un solo attimo che il detto cambio fosse stato di lire 1200 per un euro ( con una svalutazione diversamente ripartita), il debito pubblico sarebbe salito ed i pensionati ed i lavoratori in genere, invece, avrebbero oggi uno stipendio alla pari di tutti i colleghi europei.

Tutto ciò, anche se ipotetico, avrebbe consentito all'Erario, con i maggiori introiti, di ridurre il dp, e ai lavoratori in genere una vita più agevole, senza sprofondare nella lista dei poveri. Invece siamo quelli, noi italiani, meno pagati, se ci confrontiamo con i colleghi tedeschi ed altri europei.

A nostro avviso è questo uno dei motivi, (speriamo di sbagliarci), per cui non decolla la nostra economia. La politica faccia una profonda riflessione su questo argomento, e trovi qualche correttivo, se la nostra ipotesi trova il necessario consenso.