Enorme scalpore internazionale, la scorsa settimana, dopo l'improvviso raid missilistico statunitense a danno di una base aerea siriana, quella di Shayrat, "accusata" di essere stata utilizzata per far partire gli aerei che, il 4 aprile scorso, avrebbero bombardato con armi chimiche la città di Khan Sheikhun, situata nella provincia nord-occidentale di Idlib, controllata dai ribelli, provocando una incredibile strage di civili: 72 morti, di cui almeno 20 bambini e molte donne. Nessun ribelle o combattente coinvolto.

Il rimpallo delle responsabilità

Naturalmente il regime di Assad negò immediatamente l'utilizzo di armi vietate dalle convenzioni internazionali, scaricando ogni responsabilità sugli stessi ribelli che le avrebbero invece custodite in un deposito cittadino, "casualmente" colpito durante l'attacco aereo.

Da parte loro, invece, i civili e le forze di resistenza al regime siriano affermavano di essere stati attaccati in questa maniera barbara dalle forze armate del regime e di non aver mai posseduto agenti chimici di alcuna sorta.

L'intervento USA

Per la prima volta dall'inizio del conflitto siriano, con l'ONU che ha nicchiato davvero troppo a lungo e con l'assurda indifferenza dei paesi occidentali che hanno incredibilmente "chiuso un occhio" sulle azioni dell'alleato del colosso sovietico, nella notte del 7 aprile, senza alcun tipo di preavviso, 59 missili "Tomahawk" sono partiti da due navi da guerra americane nel Mediterraneo ed hanno distrutto la base aerea di Shayrat, causando 5 vittime.

Un attacco mirato e voluto, come subito dopo precisò Trump, perché "nessun bambino deve più morire così". Inoltre l'attacco avrebbe avuto delle motivazioni non meglio chiarite di "sicurezza nazionale". L'intervento USA ha suscitato reazioni contrastanti, da quelle dei paesi occidentali e della Turchia, che ne hanno elogiato la necessità, a quelle dell'Unione Sovietica e dell'Iran che, al contrario, la considerano un'aggressione "ingiustificata" ad uno stato sovrano.

Le intercettazioni

Deboli le iniziali giustificazioni addotte dagli Stati Uniti per motivare l'intervento, finché nelle scorse ore una "fonte ufficiale americana" avrebbe comunicato alla CNN che esercito e Servizi Segreti USA erano in possesso di una serie di intercettazioni in cui si parlava della pianificazione dell'attacco chimico da parte dell'esercito siriano.

Ma allora perché nessuno è intervenuto per tempo?

Per due motivi: il primo è che, pur sapendo del "piano" siriano, gli USA non avrebbero avuto nessuna notizia di come o quando sarebbe stato messo in pratica; il secondo è che tale materiale è stato preso in considerazione "dopo" la strage di civili, facendo parte di una immane mole di materiale dagli Stati Uniti "raccolto" in area mediorientale e che non sempre viene analizzato, se non nel caso di reale necessità.