Terrore, incredulità. Black Mirror è la prima serie antologica realmente in grado di innescare un travolgente entusiasmo, misto a raffreddamento emotivo, nella mente del binge-watcher di turno. Questa apparente espressione ossimorica rispecchia ed esemplifica, quantomeno parzialmente, lo stravagante movimento dicotomico della serie: tralasciando le ovvie considerazioni sulla natura distopica, critica, satirica e drammatica delle prime tre stagioni, è necessario mettere a fuoco l’atteggiamento del fruitore dei tredici episodi ad oggi rilasciati.

Il successo della serie deriva da un’incantevole fidelizzazione – termine molto vicino semanticamente a “immedesimazione” – che le diverse puntate mettono in moto, instaurando un indissolubile legame con l’utente.

Quest’ultimo, però, pur rendendosi conto nel post – visione dei pericoli che “lo schermo nero” potrebbe, utopisticamente (o forse no), procurargli, si catapulta immediatamente sull’episodio successivo, catturato dal misterioso espediente delle serie antologiche le quali, pur prive di qualsivoglia cliffhanging, fanno perno su un genere o un tema spesso vicino al popolo “series addicted”.

La domanda stimolata da Black Mirror

Si tratta di una infinita circolarità virtuosa: la serie di Netflix critica e discrimina l’intero utilizzo tecnologico che pervade le giornate di chiunque (millennials e non: da qui la generalizzazione “schermo nero”) e, per tutta risposta, oramai assuefatti da mele morsicate e/o da attività riferite alla desiderabilità social(e), non possiamo far altro che essere destinatari del messaggio.

Non agiamo neppure nel tentativo di debellare questo parassita così invasivo perché ancora presi in ostaggio dalla meravigliosa fattura, di scrittura e tecnica, della web/tv serie. Come, del resto, anche dall’intelligenza dei devices che ci accompagnano nel vivere quotidiano. Da qui la riflessione che Black Mirror prova ad incoraggiare e alla quale ognuno di noi dovrà rispondere, prima o poi (escludendo da questa domanda ogni item crudelmente realistico sulle conseguenze negative delle new tecnologies):

  • Gli schermi sono affezione al nulla o rifugio dal nulla?

Proviamo a rispondere a questa domanda.

Ecco il trailer della terza stagione direttamente da Youtube e un video sulla realtà aumentata, pubblicato dai social media manager di BMFacebook: