Le autorità hanno confermato. A far esplodere tre ordigni contro il bus che trasportava il borussia dortmund ieri alla partita con il Monaco è stato un vero e proprio commando terroristico formato da un iracheno e un cittadino tedesco anche lui simpatizzante islamista. Gli ordigni sarebbero stati fatti saltare a distanza e avevano la capacità di uccidere. Secondo le fonti locali, è stato solo per un puro caso che non si è sfiorata la strage. Questo quanto riferisce il quotidiano tedesco Bild. Sempre secondo la Bild, la mente che ha ideato l'attentato e lo ha messo in atto è esperta in questo tipo di azioni.

Infatti, come riportato da tutti i quotidiani sia locali, che internazionali, come la nostra Gazzetta dello sport, i tre ordigni erano nascosti in una siepe, all'inizio del percorso dell'autobus dall'albergo allo stadio.

Successivamente sono state prese ulteriori misure di sicurezza, come, ad esempio, non dare informazioni sugli ulteriori spostamenti sia della squadra, nel suo complesso, che dei singoli giocatori; ma ormai, come si suol dire, la frittata era stata fatta. I giocatori sotto shock, la partita rinviata ad oggi alle 18 e 45; ma sopratutto la paura di essere colpiti in maniera imprevista ed imprevedibile.

Il livello di allerta ora è massimo e nessuno è più veramente al sicuro.

Ieri ipotizzavamo solamente l'attacco terroristico, oggi ne parliamo come di un fatto.

Purtroppo siamo stati facili profeti. Ma il fatto vero, di cui dobbiamo prendere una chiara consapevolezza è che veramente nessuno è più al sicuro.

Molti per paura e per quello che sentono e leggono guardano gli stranieri, soprattutto se mediorientali, con sguardo truce e sospettoso. Ma la realtà dei fatti che ci racconta l'attentato al Borussia Dortmund, è che un attentatore era sì iracheno, ma il suo fiancheggiatore, che gli ha fornito sostegno e appoggio ed ha avuto, quindi, parte attiva nell'attentato era un cittadino tedesco, quindi europeo, quindi uno di noi.

Una delle lettere ritrovate e che inneggiava alla guerra santa era scritta in tedesco, l'ha scritta l'iracheno o il tedesco? Poco importa. Sta di fatto che con i sospetti non andremo da nessuna parte e, per di più, facciamo male solo a noi stessi e al nostro modello di società.

Occorre invece far si che le regole di convivenza civile siano rispettate da tutti, stranieri e autoctoni, occorre che i migranti e i rifugiati entrino solo, come accade, ad esempio negli Stati Uniti e in Australia, solo se possono vantare un rapporto di lavoro e se per turismo che siano soggetti a norme di comportamento severe; occorre che le pene siano certe ed applicate indistintamente a tutti e con immediatezza, sul modello dei processi per crimini contro lo sport che avvengono in Inghilterra.

Anche con queste norme e un'opera capillare di integrazione, non potremo dire di essere, ancora, veramente al sicuro. Ma è necessario che reagiamo, che la società civile reagisca a questa barbarie, non con violenza che chiama altra violenza, ma producendo i giusti anticorpi civili.

Possiamo riuscirci se lo vogliamo veramente.