La Curva Nord lo aveva capito già da tempo, e a dicembre aveva contestato la squadra in occasione della partita col Genoa. A questa Inter servono grandi interisti, più che grandi calciatori. Professionisti di eccelso livello, umili al tempo stesso, che lottino, sudino, ma soprattutto amino la maglia, i colori, come da 109 anni fanno i sostenitori nerazzurri, unici nel loro pungolo, critica costruttiva ma anche fede, passione smodata.

Gli ultrà nerazzurri avevano esposto degli striscioni con scritto: "45 minuti di silenzio per dirvi questo: chi non corre… chi non lotta… chi non fa gruppo… chi non ama l’Inter… a gennaio andate via… perché se continuate così vi rompiamo il c**o".

Un concetto, che, quattro mesi dopo, si può riproporre, adattandolo nello specifico ai vari brozovic e Perisic. Le loro ultime, pessime, prestazioni sono costate alla società la possibilità di credere nella qualificazione alla Champions League per il prossimo anno, producendole un grosso danno sportivo ed economico, e diventate emblema di un’altra stagione (quasi) fallimentare.

L’esterno, che non ha mai fatto della continuità la sua arma migliore, quando non è in giornata appare svogliato, irritante, odioso. Gioca come se non si rendesse conto che in campo ci sono altri dieci compagni che si battono per lo stesso obiettivo, e sugli spalti, davanti alle tv, persone che ripongono in lui un’enorme fiducia.

Il centrocampista centrale invece, in pochi mesi, è passato da Epic Brozo ad Epic Str***o: le serate in disco, le belle donne, e l’atteggiamento tipico di chi se ne infischia di tutto, se non del proprio tornaconto personale.

E allora serve che tutti capiscano l’importanza di essere interisti. Quando sei interista, il migliore esempio lo hai in società, è Javier Zanetti, devi identificarti con la storia del club, devi dimostrare di amare la maglia.

Devi avere ogni giorno sempre più voglia di fare bene per la squadra.

Tifare per l’Inter non è sostenere una squadra di calcio ma correre dietro a uno stato d’animo, è il brivido sulla pelle prima di tutte le partite, sono gli occhi lucidi che ricordano vittorie e sconfitte, è essere fuori dal sistema, è affascinarsi per una passionale anormalità. I calciatori lo imparino, o vadano via. Subito. Il futuro può essere brillante anche senza di loro.