Siamo arrivati finalmente al traguardo, per discutere ed approvare in Commissione Affari Costituzionali un nuovo testo base di Legge Elettorale. Con molta confusione, sta prendendo forma un dialogo 'tra sordi', per proporre un modello che tenga tutti insieme. Operazione molto complicata e, senza essere pessimisti, diremmo quasi impossibile. Ognuno vorrebbe una legge al caso proprio. Invece, senza spirito di parte, bisognerebbe cominciare a discutere in Parlamento e trovare, per ogni punto, la soluzione più condivisa, con una sintesi che si avvicini il più possibile alle varie argomentazioni.

Niente azioni di forza. Il Parlamento come luogo di incontro, in cui ci si confronta e, perché no, ci si scontra, per arrivare a soluzioni democratiche.

La rappresentanza come forma democratica

Partiamo da un concetto elementare: in democrazia tutti hanno il diritto di essere rappresentati in Parlamento, seguendo i canali democratici che sono le elezioni politiche. Proporre soglie di ingresso per i piccoli partiti, per escluderli dalla rappresentanza, ci sembra non democratico e non costituzionale. I partiti principali si lamentano perché devono rispondere anche alle richieste dei piccoli partiti: è la democrazia. Certo, se dovesse andare in porto l'esclusione dei partiti fino al 5%, verrebbero esclusi dalla rappresentanza milioni di elettori: in cambio i principali partiti avrebbero la strada spianata per governare a loro piacimento.

Premio di maggioranza e Capilista bloccati

Parlando poi del premio di maggioranza, si tratterebbe di moltiplicare la rappresentanza a quel partito che ottiene una votazione superiore al 40%. Anche questa non ci sembra opportuno, anche se in parte risponde a criteri di stabilità. In buona sostanza, il voto dato ad un partito maggioritario vale di più di quello dato agli altri partiti: non riteniamo corretto questo modo di pensare.

E per ultimo, non per ordine di importanza, i Capilista bloccati. Il cittadino che si reca alle urne trova già insomma tutto predisposto: dal candidato già scelto dalla segreteria del partito, fino al voto pesante che vale di più.

Ad un certo punto del discorso ci viene un dubbio. Non abbiamo mai sentito i commenti da noi sollevati pronunciati da chicchessia, sulla questione della democraticità e, sicuramente saremo noi allora quelli fuori pista. Questo ci consola, perché se cosi non fosse, ci sarebbe invece da riflettere......