Con l'assemblea di ieri, 7 maggio 2017, si è concluso il percorso delle Primarie PD, per la elezione del nuovo Segretario Nazionale. Una festa di democrazia per tutto il partito, che ha riunito 1000 delegati, provenienti da tutta Italia e dall'estero, per la formale promulgazione di Matteo Renzi a nuovo Segretario. Il dibattito si è svolto in modo ordinato ed ha avuto inizio con l'intervento di Matteo Renzi, il quale ha riconosciuto, prima di tutto, l'apporto di Andrea Orlando e Michele Emiliano. Ha ripetuto, infatti che, quella di oggi non è la sua vittoria, ma di tutto il Partito Democratico.

E' passato poi, all'analisi del passato recente, convinto che molti sono stati gli errori commessi e che bisogna ricominciare, ascoltando le richieste che vengono dal basso. Da qui la necessità per il futuro, di maggiore attenzione per tutta la società. Ha parlato poi del linguaggio politico sempre più in crisi, dichiarando di voler sostenere in modo convinto il Governo Gentiloni fino alla scadenza naturale del mandato. Ha promesso una gestione plurale del partito, a significare un nuovo inizio, anche se, su alcuni argomenti, non ha cambiato idea rimanendo sulla posizione assunta in passato.

Legge elettorale

Ci sarà modo in futuro di capire meglio il suo pensiero. Criticando poi il M5S, ha fatto una giusta considerazione sul Venezuela, che merita un approfondimento: una nazione importante ma in preda alla fame e alla mancanza di democrazia.

Facendo leva sulla sua capacità oratoria, Renzi ha toccato molti altri punti, ma non è emerso con chiarezza quale sarà la sua futura linea di governo del partito. Per quanto riguarda la legge elettorale, ha precisato che il PD non sarà il capro espiatorio e che è disponibile ad accordi con chicchessia per trovare una soluzione.

Infine, toccando il punto del Referendum 2016 si è scagliato contro chi ha votato No, additando ad essi la responsabilità della palude in cui l'Italia attualmente si trova. Insomma le ferite sono sempre aperte e traspare ancora molto nervosismo, che neanche la vittoria delle Primarie è riuscita a sedare. Ha poi rivendicato i bonus, e la sua politica economica dei 1000 giorni.

Infine, in alternativa al populismo ha dichiarato che si impegnerà per cambiare l'Europa.

Intervento di Andrea Orlando e Michele Emiliano

Ha poi presa la parola Andrea Orlando, che ha affermato che per lui non è andata bene: ha, comunque, sollevato problemi importanti, con argomenti politici di un certo livello. Ha esaltato l'importanza dell'Europa che ha garantito pace negli ultimi 60 anni e che merita maggiore attenzione per una sua ricostruzione: regole uguali per tutti e non regole separate per ogni paese. Un'entità più forte per una maggiore giustizia sociale. Ha citato Don Milani: 'fare parti uguali in situazioni diverse, è un'ingiustizia'. Orlando ha anche ricordato che la rottamazione non ha funzionato e che per tirarci fuori dalla palude in cui ci troviamo, occorre dire 'no alle larghe intese', mentre è auspicabile la via del centrosinistra. La scissione, secondo Orlando, è stata un grosso errore, ma fra Bersani e Berlusconi preferisce il primo.

Grandi alleanze hanno salvati grandi paesi. Michele Emiliano si è dichiarato felice di essere nella famiglia del PD. Ha dichiarato che l'Italia è un paese smarrito e impaurito, ma si tratta di un popolo che, in più di una circostanza, ha saputo risollevarsi.