Con centonovantacinque voti a favore e otto contrari è stata approvata ieri dal Senato la proposta di legge sull’introduzione del Reato di tortura. Ora la legge passa nuovamente alla Camera, che dovrebbe dare il suo ok definitivo.

Una legge che dovrebbe essere fondamentale per uno stato democratico, ma che in Italia continua a non esistere.

La decisione di ieri è infatti arriva dopo quasi trent’anni dalla prima proposta di legge sulla Tortura depositata nel Parlamento italiano nel lontano 1989 dall’allora senatore del Pci, Nereo Battello.

Il testo prevede una pena fino a 10 anni di reclusione per chi risulta colpevole di reato di Tortura, che si allungano a 15 nel caso questa sia effettuata o istigata da un pubblico ufficiale.

Pena che viene aggravata se la tortura termina con lesioni, o con la morte (in quest'ultimo caso è previsto l'ergastolo). Inoltre questa legge prevede che le informazioni ottenute tramite tortura siano inutilizzabili a livello legale.

Le critiche

Si tratta però di una legge con molti deficit, che per molti non solo non servirebbe a contrastare la tortura, ma sarebbe addirittura controproducente. Lo stesso primo firmatario della legge, Luigi Manconi, ha bocciato questo testo, in quanto ha dichiarato che esso è stato completamente stravolto rispetto a quello da lui stesso presentato nel lontano 2013.

Sono quattro i punti della legge contestati maggiormente:

  • Innanzitutto la Tortura viene considerata come un reato comune, non correlato all'operato dei pubblici ufficiali;
  • La legge inoltre prevede che 'nel caso di sofferenze risultanti unicamente dall'esecuzione di legittime misure privative o limitative di diritti', il reato di Tortura non sussista. Si tratta di un passaggio importante, ambiguo e di difficile interpretazione, che potrebbe portare all'impossibilita di applicare la tortura nel caso questa venga da rappresentanti delle forze dell'ordine.
  • Inoltre, rispetto al testo originale, il requisito delle violenze 'reiterate' è stato cambiato con l'espressione 'più condotte': questo significa che il singolo atto di violenza potrebbe non essere sufficiente perchè sussista il reato di Tortura.
  • In ultimo il DDL specifica che i traumi psichici derivanti da tortura dovranno sempre essere verificati; il problema in questo caso è che i processi di reati di tortura avvengono anche a dieci anni di distanza dal fatto, per cui risulta complesso riuscire a identificare i danni psicologici derivati da questa terribile pratica dopo un lasso di tempo così lungo.

Dure critiche a questo DDL sono state avanzate anche da due associazioni che da sempre si occupano di tortura, ossia Amnesty International e Antigone.

Le due organizzazioni hanno dichiarato che, qualora questa legge passasse anche alla camera non sarebbe una vittoria. Questo poiché il DDL, così come è stato approvato 'sarebbe difficilmente applicabile.' - hanno dichiarato le due associazioni - 'Il limitare la tortura ai soli comportamenti ripetuti nel tempo e a circoscrivere in modo inaccettabile l’ipotesi della tortura mentale è assurdo per chiunque abbia un minimo di conoscenza del fenomeno della tortura nel mondo contemporaneo, nonché distante e incompatibile con la Convenzione internazionale contro la tortura.'

Si tratterebbe quindi di una legge inutile, di difficile applicazione, che non previene il reato di tortura, e che inoltre tutelerebbe soprattutto le forze dell'ordine.

L'impressione è quella che siamo ancora lontani dall'approvazione di una reale legge sulla Tortura, che quindi ci vorrà ancora molto tempo prima che il bel paese di adegui alla Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo, che include questa pratica tra i quattro divieti da rispettare anche tempo di guerra e di stati d'emergenza, come quelli emanati per terrorismo.