Durante la spasmodica attesa per il ritorno sul piccolo schermo di twin peaks, la serie Tv creata da David Lynch e Mark Frost, le domande e i timori dei fan sono stati molteplici. Una campagna di marketing assai povera di informazioni, ha fatto speculare moltissimo intorno alla trama. A lungo ci si è chiesti se questa stagione avrebbe capitalizzato la libertà creativa dell’ultimo Lynch (quello di Inland Empire, per intenderci), o se avrebbe coccolato il pubblico, ritornando alle atmosfere più classiche del telefilm.

Sono da poco disponibili i primi episodi della terza stagione e, a giudicare da quel poco che si è potuto vedere (il telefilm è appena iniziato) possiamo dire che la risposta ai molti interrogativi è che Twin Peaks non è più Twin Peaks.

Tra la fine degli anni '80 e l’inizio degli anni '90, la coppia Lynch\Frost rivoluzionò la serialità televisiva, catapultandola nell'era moderna (se non addirittura contemporanea). La struttura ad episodi singoli, in cui ogni puntata era solitamente autoconclusiva, venne ribaltata in funzione di un unico, complesso mistero.

Chi ha ucciso Laura Palmer?

Questo interrogativo tenne incollati gli spettatori al televisore per una stagione e mezza. La morte della giovane ragazza fece da collante alle varie puntate, unendo le numerose sotto-trame in un unico affresco. Circa 25 anni dopo, Lynch si dimostra estremamente consapevole del cambiamento da lui stesso apportato alle modalità di scrittura della serialità.

Il nuovo Twin Peaks rifugge e tradisce con entusiasmo la struttura lineare: in quello che abbiamo potuto vedere fino ad ora, non c’è più un mistero intorno al quale far ruotare le varie vicende. Una forma narrativa "a spina di pesce", per intenderci. L’immagine che potrebbe rendere bene il senso della nuova Serie Tv è, invece, quella di piccoli grovigli che si intrecciano tra di loro, pur originandosi e traendo forza vitale da punti diversi.

Analisi di Twin Peaks

Twin Peaks non nasce come fenomeno globale, bensì come un prodotto audiovisivo con un pubblico ben definito. Lynch e Frost hanno adottato i generi della Tv dell’epoca, dal melodramma al racconto di formazione, passando per la commedia, e ne hanno progressivamente demolito i canoni. Piano piano, con l’avanzare degli episodi, la gioventù spensierata, nell'idilliaca cittadina immersa nei boschi, scopriva le contraddizioni e i peccati che ognuno portava con sé.

Il paradiso naturale di Twin Peaks si rivelava progressivamente come un paradiso perduto, un Eden rovinato dalle forze del male e dalle debolezze degli uomini. La critica alla società borghese si faceva corrosiva. Non solo i registi cambiarono fortemente la televisione dell’epoca, ma criticarono anche l’immagine che le famiglie statunitensi, felicemente riunitesi davanti al televisore, restituivano di sé.

Oggi Lynch sembra approdato ad una visione pessimistica difficile da schiodare. Dopo aver svelato le contraddizioni di una società che negli anni '80 mirava ad apparire perfetta, ciò che resta è una disillusione continua. L'oscurità ha colpito il mondo di Twin Peaks e non solo.

Il regista ha scelto, in quest'occasione, di allargare il proprio sguardo al di fuori della cittadina.

La storia di Twin Peaks si è estesa al resto del mondo, è diventata globale.

Un mondo fatto di fotogrammi

È straordinario come l’immaginario di Lynch riesca a rinnovarsi restando originale, senza cadere nella parodia di se stesso. I personaggi si muovono in un mondo inquietante perché finto. La razionalità e i sensi vengono costantemente ingannati. La relatività dell’esistenza si riflette sull'indeterminatezza di tutto ciò che si vede. In alcune puntate, dei ragazzi osservano per giorni un cubo di vetro, senza sapere perché devono farlo. Un assassino sa di essere colpevole, ma non sa come né perché. Sono queste alcune delle suggestioni che contribuiscono ad immergere il mondo della celebre Serie Tv nel libero arbitrio dalla razionalità.

Il cinema, con i suoi fotogrammi, con i suoi coni di luce ed ombra, è il vero Dio, la vera forza regolatrice della serie. I personaggi sono in balia del volere dei fotogrammi: se la "pellicola" si ferma, essi non possono compiere le azioni; se la narrazione continua ad andare all’indietro, essi dovranno ripetere lo stesso movimento in un labirinto eterno dell’immagine.

È questo che è diventato Twin Peaks 25 anni dopo la prima messa in onda: un paradiso perduto che giace sulle ceneri di un mondo travolto da una rivoluzione. Una visione disillusa e sperimentale in un'epoca in cui i canoni e le regole sono stati spazzati via da Twin Peaks stesso.