Negli ultimi giorni su Facebook e Instagram è pioggia di commenti copia-incolla da siti di ricette o da Wikipedia sui post dei più noti account di giornali quali La Repubblica, Il Fatto Quotidiano e tanti altri. Si tratta del cosiddetto Wikibombing.

Come si fa e perché? Nulla di più semplice: l'utente copia testi da Wikipedia o da qualsiasi sito affidabile contenente nozioni di cultura generale e le incolla su un post di informazione per farne un commento scherzoso e "dirottatore", anziché far intendere il più classico "il cappero che me ne frega".

Tempo addietro con il termine si intendeva l'atto volontario di aggiungere false informazioni su un pagina di Wikipedia a puro scopo "intrattenitivo". Oggi, invece, ha preso un altro significato. Pare che la mobilitazione sia iniziata nei commenti ad un post con un video del matrimonio del nuovo presidente francese Macron in uno dei servizi che sottolineava la differenza d’età tra lui e la consorte. Di lì a poco, il boom: sotto qualsiasi articolo dal gossip alle notizie di politica, qualsiasi contenuto sui social ritenuto poco utile è stato bersagliato da commenti casuali a fine ironici.

L'esempio che ha raccolto più consensi sugli account dei giornali riguardava la proposta di matrimonio di Fedez alla Ferragni che nei commenti ha visto proposte culinarie molto affascinanti come la ricetta dello stracotto al Barolo, oltre a saggi di filosofia, che facevano notare come la cosa potesse toccare poche persone, o forse troppe.

Già, perché un numero elevato di commenti aiuta a far crescere la visibilità del post su Facebook, contribuendo di fatto alla notorietà della notizia commentata. Infatti, commentare non farà che portare quel tipo di notizie, che si sono ritenute poco interessanti, ad essere mostrate più spesso, in primis nel proprio feed e poi in quello degli altri, in quanto la notizia sarà riconosciuta come fonte di interesse per le numerose interazioni.

Ridurre l’impatto delle fake news e combattere gli articoli acchiappa-click, o clickbait che dir si voglia era uno degli obiettivi di questo movimento sarcastico di massa. Di fatto, una protesta di controinformazione buffa e creativa, ma del tutto inutile.

Un gioco come questo causa l'effetto tutto italiano del sentirsi superiori: si prendono le distanze da quei lettori affamati di gossip e chiacchiere da salotto - d’altronde qui si passa tutto il tempo a riflettere sulle grandi intuizioni di Eraclito al suo tempo e a comprendere i fotogrammi scelti nei capolavori di Kulešov, mica quelli di Ejzenstejn.

Senza contare che il commento in sé combatte il clickbait a parità di un like come aiuto umanitario sulla foto di un bambino malato terminale.

Per informarsi ormai c’è Facebook (dicono) e, se l’intellettuale latita, i social rimangono in mano a masse furiose e questa è l'azione migliore che si riesce a fare: una trollata isterica. Il wikibombing pare aver già trovato la sua massima espressione e sta già esaurendo la sua vitalità dopo nemmeno una settimana. Mostrare disinteresse con un commento sulla battaglia di Prochorovka farà ridere ancora per poco, a breve diventerà un'azione banale, facilotta e quindi da sfigati.

Il wikibombing, ad ora, si è dimostrato solo un altro metodo per bastian contrari che vogliono credersi superiori ed egocentrici bisognosi di attenzione. Inserire commenti eruditi a caso, purtroppo, non aiuta nessuno a diventare più acculturato. Chi decide cosa è frivolo? Sempre i finti intellettuali?