Arrivare a fine mese e trovarsi in busta paga un aumento netto di ottantrè centesimi credo sia l'ennesima presa in giro nei confronti dei lavoratori. Eppure questo è l'aumento reale calcolato per un lavoratore metalmeccanico inquadrato al quinto livello secondo l'indice Ipca. Questo indice calcolato dall'istituto centrale di statistica determina l'aumento al consumo dei prezzi, al netto dei prodotti energetici importati. In base a tale parametro vengono di conseguenza determinati gli aumenti mensili che i lavoratori si troveranno in busta paga - rapportati al costo della vita - nei vari settori contrattuali.

Questo indice a maggio indica che il costo della vita è aumentato di un +0,1% e di conseguenza il conteggio dell'aumento da elargire in busta paga ai lavoratori è quello sopra riportato. Come mai non si tiene conto dei prodotti energetici quando si sa benissimo che la maggior parte degli italiani si muove con l'auto - guarda caso soprattutto nei mesi estivi e durante le vacanze di dicembre e pasquali quando gli italiani si muovono di più - i prezzi dei carburanti salgono molto rapidamente e quando devono scendere - non si sa bene in base a quale criterio - scendono molto lentamente?

Contrattazione di secondo livello

Credo sia necessario nella contrattazione di secondo livello cambiare e modificare i parametri che attualmente si usano perché non sono più idonei.

Si dovranno studiare degli indici che dovranno essere realmente legati al costo della vita altrimenti come sempre a rimetterci saranno solamente i lavoratori dipendenti. Se il potere reale d'acquisto sarà sempre minore la conseguenza è che si entra in una spirale in cui nessun salario sarà in grado di fare crescere i consumi, l'economia.

Se una persona ha un reddito insufficiente e quel reddito non è legato al reale aumento del costo della vita è logico che quel lavoratore non destini una quota maggiore del suo guadagno verso i consumi. Una strada possibile - sganciata da qualsiasi indice - potrebbe essere quella di legare una parte del salario ai risultati dell'azienda.

In questo modo tutti i lavoratori avrebbero l'interesse di far crescere l'azienda sicuri di avere in cambio un premio di produzione in busta paga. Premio che se ad esempio fosse di 1.500 euro netti annui - semmai suddiviso in due tranche una a giugno e una a dicembre - potrebbe realmente essere destinato a concreti aumenti dei consumi. Solo retribuendo equamente i lavoratori in Italia si potrà parlare di una nuova ripartenza nel caso contrario ancora per diversi anni - e questa purtroppo rimane l'ipotesi più probabile - i lavoratori italiani saranno costretti a sopravvivere e i consumi a contrarsi sempre di più perché non ci sarà reddito reale da destinare ai medesimi.