Parafrasando la locuzione latina 'excusatio non petita, accusatio manifesta', ci viene spontanea accostarla a dichiarazioni di alcune forze politiche italiane. A proposito della nuova legge elettorale, in discussione alla Camera, molte le forze che fanno il contrario di quelle che propagandano. Forza Italia, forse a conferma della locuzione latina citata, più spesso delle altre forze, è solita segnalare che nel Parlamento, devono trovare rappresentanza, nella consistenza reale, tutte le forze dello scacchiere politico. Fin qui tutto 'Bene'. Il 'Male' comincia invece, quando nel Parlamento non possono entrare, con il voto favorevole di FI, secondo la legge in approvazione, i partiti che, dopo il voto, abbiano una consistenza inferiore al 5%.

Palesi contraddizioni

Ci spieghi allora Forza Italia che significato ha 'la sua rappresentanza' e il senso di colpa che la inducono ad insistere sulla rappresentanza stessa. Ripetiamo ancora: si dice una cosa e se ne fa un'altra. Il popolo valuta in silenzio e, riflettendo, aspetta fiducioso le prossime elezioni politiche. Ieri il Parlamento ha approvato un emendamento sulle 'pregiudiziali di costituzionalità' della legge, con 310 voti su 449. Non tutti (PD, M5S, FI, Lega e Misto) erano d'accordo. Non commentiamo i risultati, ma sicuramente bisognerebbe riflettere. Le forze politiche si sono accusate a vicenda, addebitando ciascuna all'altra i franchi tiratori. Comunque si è trattato di uno scenario non molto gradevole.

Certo sarebbe interessante sapere come sono andate le cose

Reazioni per il risultato

L'on. Ettore Rosato l'ha presa molto male, al punto di fargli menzionare i 101 voti di passata memoria. La provenienza dei franchi tiratori potrebbe aiutare a capire meglio. Con il voto segreto il voto è 'più vero', ma più pericoloso. L'errore tecnico poi sul tabellone elettronico potrebbe aver chiarito meglio il mistero.

A questo punto non bisogna mollare. E' necessario continuare col dialogo e trovare un punto d'incontro: tutti sappiamo che è molto difficile, ma bisogna provarci. Lo Stato è di tutti, e sbaglia chi crede di averlo ereditato e di poterne fare un uso a suo piacimento. Sbaglia anche la politica ad usare toni non appropriati al dialogo necessario. Il parere di tutti ha un grandissimo valore nella cosa pubblica, anche di quelli che la legge in discussione vuole escludere dalla rappresentanza col 5%.