La farsa è compiuta. Mimmo Fazio non ha presentato gli assessori designati entro il termine delle ore 14 del 17 giugno 2017 e, pertanto, non parteciperà al ballottaggio di domenica 25 giugno che dovrebbe designare il prossimo sindaco di Trapani. Il condizionale è d'obbligo, perché dinanzi ad un secondo turno come quello trapanese, Pietro Savona vs Quorum, bisogna aspettarsi di tutto. Finora tutto è accaduto, avevamo definito surreali le amministrative 2017 nella città falcata, ma nemmeno le menti più psicotiche avrebbero potuto partorire un simile scenario.

L'ultimo accadimento svuota di significato la conferenza stampa che lo stesso Fazio ha convocato pochi giorni or sono, dove aveva annunciato la sua rinuncia alla candidatura, pur restando ufficialmente in corsa. "Se sarò eletto sindaco, rinuncerò all'incarico", aveva detto l'ex primo cittadino che era stato il candidato più votato al primo turno, motivando la sua decisione con la scelta di "evitare di essere causa di pregiudizi verso l'immagine della città". La città, però, ha ancora la possibilità di salvare la propria immagine, di contro quella di Mimmo Fazio esce frantumata in mille cocci. Probabilmente, l'unico motivo che ha portato Fazio a non presentare formale rinuncia alla candidatura, è quello di bloccare il possibile rientro al ballottaggio del suo ex compagno di partito, il senatore Antonio D'Alì.

Una vecchia 'faida politica' interna al centrodestra trapanese che ha radici lontane.

Savona, corsa verso il quorum

Stando così le cose, il candidato del centrosinistra, Pietro Savona, sarà l'unica scelta che si pone dinanzi ai trapanesi. Per essere eletto sindaco, però, occorre il raggiungimento di un doppio quorum: dovrà recarsi alle urne la metà degli aventi diritto al voto più uno e Savona dovrà ottenere almeno il 25 % dei consensi.

Non è per nulla scontato, considerato l'aria che tira a Trapani dove molti cittadini avrebbero intenzione di disertare le urne. Motivo per cui lo stesso Savona sta cercando di correre ai ripari. "Chiederemo la riammissione del terzo candidato più votato (Antonio D'Alì, ndr), riteniamo che ciò sia possibile. Vogliamo ridare legittimità ad un percorso democratico che è stato violato ed a scelte che saranno dannose per la città di Trapani".

Potrebbe non essere possibile, ma anche se la normativa consentisse questa opportunità, non è un treno sul quale il diretto interessato intende salire. Il senatore D'Alì lo lascia intendere a chiare lettere nell'ultimo comunicato diffuso dal suo ufficio stampa, quando sottolinea "non vogliamo essere complici di un ballottaggio al quale non accettiamo di partecipare come succedanei di singole decisioni altrui".

'Scribacchini e politicanti da strapazzo'

Nel corso della conferenza stampa citata, Mimmo Fazio aveva espresso la sua indignazione nei confronti di "scribacchini e politicanti da strapazzo" che lo avrebbero "trattato come un mostro" in occasione del suo arresto dello scorso mese, causa il coinvolgimento in un presunto giro di corruzione relativo al sistema dei trasporti marittimi siciliani.

Non entriamo nel merito della questione, c'è una magistratura competente ad occuparsi del caso ed esiste una presunzione di innocenza che sopravvive fino a quando l'ultimo grado di giudizio non dimostra il contrario. Non compete dunque alla stampa scrivere le sentenze, a meno che non siano già state espresse dai Tribunali incaricati. Ciò che lascia sconcertati non è la vicenda giudiziaria, ma il teatrino della politica, in questo caso di infima qualità. A costo di essere inseriti nella categoria degli "scribacchini", non possiamo che puntare il dito contro un candidato sindaco che ha giocato a rimpiattino con il destino di una città che sostiene di amare, ma è stato talmente maldestro e scontato da non giocare la sua partita fino in fondo.

La vera scelta che si pone dinanzi ai trapanesi, il prossimo 25 giugno, è quella di essere amministrati da un sindaco o da un commissario, con tutte le conseguenze che la seconda opzione comporta. Il funzionario incaricato ricoprirebbe le competenze di sindaco e giunta, perché il consiglio comumale è eletto a tutti gli effetti anche se attualmente composto da un mosaico di nebulosa interpretazione, con maggioranze difficilmente individuabili. Se siamo 'scribacchini' perché scriviamo l'effettiva realtà dei fatti, allora accettiamo il termine e lo rivendichiamo con orgoglio. Al contrario, non sappiamo trovarne uno che calzi a pennello all'ex primo cittadino Mimmo Fazio. Ci ricorda tanto il ragazzino che si porta a casa il pallone, nel momento in cui la partita è irrimediabilmente persa. Ma Trapani non è un pallone e questa partita i trapanesi la possono ancora vincere, recandosi alle urne e dimostrando di essere padroni del proprio destino.