Da ormai qualche anno il termine troll è entrato nel vocabolario di chiunque si avventuri tra le pagine web, che sia per lavoro, per studio, o per semplice divertimento. Molto è stato detto a proposito, molto è stato taciuto, perché mai si ha avuto il coraggio di porsi dall’altra parte della barricata, di dare voce al diretto interessato, il Trollatore; anzi, è stata aperta una vera e propria caccia alle streghe.

Che cosa sono i troll e cosa fanno?

Ma facciamo un passo indietro. Cos’è un troll? Generalmente è un soggetto, più o meno fittizio, che provoca gli altri utenti della rete, in modo da destabilizzare il sito preso di mira, e provare quindi a farlo cadere in rovina, per gli interessi più disparati, siano essi dettati dalla pura e semplice noia del trollatore, o da un mal celato desiderio di vendetta o invidia nei confronti di chi gestisce il sito.

Almeno questa è la comune accezione che i più hanno del termine. Ma per comprendere a fondo il fenomeno, non resta che lasciar spazio a chi agisce dall’interno. Ovviamente la sua identità rimarrà celata, e noi tutti lo conosceremo come Spartan.

  • Salve Spartan, la ringrazio per essersi prestato a quest’intervista. Iniziamo dal principio. Come è diventato un trollatore, anzi, uno dei capi di un gruppo di trollatori? Cosa lo ha spinto a farlo e quali erano le sue aspettative.

S: Tutto è nato per caso, quasi senza rendermene conto. Circa un anno fa facevo parte di un gruppo Facebook, intrashwetrust (gruppo chiuso della pagina intrashtenimento), dove l’argomento di discussione principale è appunto il trash.

Molti ragazzi iniziarono a pubblicare screen provenienti da gruppi di ben altro genere: gruppi di incontri, popolati da quarantenni e cinquantenni con quella che noi definivamo “sindrome da buongionissimo Kaffe??”. Carne fresca per il gruppo insomma, trash allo stato puro. Molti di noi allora iniziarono ad entrare in questi gruppi, inizialmente per riportare eventi trash, poi però è scattato qualcosa.

Iniziammo ad immedesimarci in loro, a fare nostre le loro abitudinali risposte assurde e demenziali, ed iniziammo anche a divertirci. Il nostro scopo inizialmente, se ce n’era uno, era quello di fare un paio di risate, e non pensavamo certo che avrebbe avuto altri risvolti.

  • Ma prima di arrivarci, cerchiamo di fare un po’ di chiarezza. La concezione che il mondo virtuale ha di voi troll è certamente negativa. A cosa crede sia dovuto ciò, e lei e il suo gruppo vi identificate in questa visione?

S: Indubbiamente il web è stato vittima di un’orda apparentemente infinita di troll; dico apparentemente perché il più delle volte ad una singola persona fisica possiamo ricondurre decine e decine di identità, fittizie o rubate.

E alcune sono anche fatte molto bene, dato che chi le ha create ci ha dedicato tempo e dovizia di particolari. Conosco un trollatore che aveva 17 profili solo su Facebook, ed alcuni di questi erano stati creati da 10 anni, quindi in tutto e per tutto somiglianti ad una persona vera.

I troll e i significato di quel che fanno

L’accezione negativa del troll è da ricondurre alle frange più estreme del fenomeno, ovvero a coloro i quali mirano a destabilizzare il web, a letteralmente distruggere blog, forum o siti… Perché diciamocelo francamente, chi mai ritorna in un posto dov’è stato male, figuriamoci su qualcosa di così etereo come un sito. Ma ciò non ci appartiene, non almeno al mio gruppo. Come in tutto nella vita, c’è il bene e c’è il male, e nel mezzo un’infinita scala di grigi.

Ed è proprio lì in mezzo che ci collochiamo.

  • Continuiamo allora con la nostra storia.

S: Certo. Nelle prime settimane iniziammo a sfruttare l’analfabetismo funzionale che era proprio delle nostre vittime; da un lato appunto miravamo al divertimento, ma d’altra parte volevamo che queste persone si rendessero conto che non tutto ciò che circola in rete può essere ritenuto come una verità assoluta. Iniziammo dunque sempre più a calcare la mano, a fare troll sempre più assurdi, in modo da far aumentare i sospetti, in modo che la gente aprisse gli occhi su quante assurdità erano state dette finora e a quante avevano creduto. Vede, internet è una cosa meravigliosa, ma ha dato modo che chiunque abbia la libertà di dire la propria opinione su qualsiasi cosa.

Anzi, meno informato si è del fatto, più si ha la presunzione di imporre la propria concezione. Ed ecco che arriviamo al punto in cui si crede che i vaccini provochino l’autismo, che le scie chimiche sono usate per il controllo delle menti, o altre idiozie simili. Noi volevamo semplicemente far aprire gli occhi.

Tuttavia col passare del tempo ci rendemmo conto che quei gruppi erano utilizzati anche da vecchi depravati per adescare ragazzine. Infatti a più riprese alcune delle nostre compagne furono contattate e in alcuni casi questi gran signori facevano bella mostra delle loro parti intime, usandolo come tecnica di approccio. Ci proponemmo quindi l’obiettivo di dar loro la caccia. Creammo vari profili falsi di ragazzine adolescenti, in modo da intercettare le attenzioni di quei maiali ed evitare che ricadessero su povere innocenti.

A questo aggiungo che abbiamo avuto anche la soddisfazione di smascherare una sorta di escort albanese che accalappiava uomini dal portafoglio rigonfio, e l’abbiamo tenuta a lungo lontano dalla scena.

  • Cosa ha significato questa esperienza per lei? Avete progetti per il futuro?

Oltre alla soddisfazione di aver rovinato la festa ad un paio di dozzine di pedofili, posso dire di aver trovato un gruppo fantastico di nuovi amici pronti a proteggersi l’un l’altro in caso di bisogno, sebbene non ci conoscessimo ancora di persona. Per il futuro abbiamo seriamente intenzione di tornare a fare man bassa in estate, e di far crescere la nostra pagina, Trolling Bastards, sulla quale abbiamo pubblicato solo alcuni dei troll fatti; la maggior parte purtroppo non è pubblicabile, altrimenti ci chiuderebbero tutto (ndr. Ride).