E’ un’Italia di controsensi e malcontenti quella in cui viviamo. Siamo governati da finti buonisti che incentivano lo sbarco di migranti, come se non bastassero gli 83mila arrivi solo nel 2017. Al contempo, con la proposta di Legge Fiano che mira a censurare quella che è la libertà d’espressione, sancita dall’art. 21 della Costituzione, si rinnega la propria cultura.

Nel mezzo ci sono gli Italiani, stretti dalla morsa della crisi. E si contano oltre 3 milioni di persone senza lavoro, che hanno difficoltà ad arrivare a fine mese, eppure pare ci sia un allarmante disinteresse ad agire da parte del Governo.

Infatti, i dati ISTAT sottolineano come 1 milione e 619mila famiglie, nel 2016, vivano in condizione di assoluta povertà. Numeri pressoché invariati negli anni e questo evidenzia quanto siano state inutili le politiche nazionali ed europee degli ultimi tempi.

Tra i giovani, di età compresa fra i 24 e i 35 anni, i disoccupati di lunga durata raggiungono il mezzo milione

Le regioni del sud –Campania e Sicilia in primis– sono quelle in cui si registra il maggior disagio occupazionale. Sono numeri che dovrebbero far riflettere su quella che è la vera emergenza italiana, per cui è necessario l’intervento del Governo con azioni in grado di incentivare sia il nord che il sud Italia. E mi riferisco a politiche economiche che consentano al nostro Paese di iniziare un percorso di sviluppo, in grado di valorizzare il tessuto industriale Italiano.

L’obiettivo è sostenere le piccole e medie imprese, per rendere più competitive le aziende locali e le relative produzioni. Solo attraverso un piano di sviluppo concreto da parte del Governo, riusciremo ad incentivare ed incrementare l’impiego, soprattutto per i più giovani. E mi riferisco non a stage poco retribuiti ma a contratti stabili e duraturi nel tempo.

Non è possibile far parte dell’Unione Europea e allo stesso tempo, vivere in un Paese che non rispetta i diritti dei propri cittadini, non li valorizza e non permette all’economia locale di emergere. Senza un progetto concreto da parte del Governo, a tutela della forza lavoro, il nostro Paese non potrà mai aspirare ad una ripresa.

In questo contesto, il ruolo dell’Unione Europea è importante per agire su quelle che sono le disuguaglianze economiche che intercorrono tra i Paesi del nord e sud Europa. Per emergere dalla crisi è necessario avere un Governo stabile che ispiri fiducia, disposto a stabile un dialogo con i Paesi appartenenti. Per questo, mi auguro che la Politica torni a dare valore alla res pubblica che da anni è parte lesa di questa Italia in difficoltà.