Dopo il trionfo plebiscitario interno al Partito Democratico di Matteo Renzi, i problemi sembravano risolti, almeno in parte, e invece continua l'emorragia interna e proseguono senza sosta le polemiche che, dopo le ultime elezioni amministrative, sembrano ormai a dir poco inarrestabili.

Un futuro poco chiaro

La sconfitta al referendum costituzionale sembrava ormai ampiamente digerita e contro-bilanciata dall'ampio successo di Matteo Renzi nei confronti del Ministro della Giustizia Orlando e del Governatore della Regione Puglia Emilano, e invece la 'batosta' alle ultime elezioni amministrative per il PD ha riportato a galla antichi dissapori, critiche pesanti e corrosive, fughe sempre più frequenti.

Intanto, mentre Matteo Renzi questo weekend ė impegnato a Milano nel rinsaldare la propria leadership politica, con il tour 'ferroviario' già pronto e strutturato per il prossimo mese di settembre, Giuliano Pisapia e Pierluigi Bersani, a Roma, fanno scendere in piazza quanti ormai non vedono più nell'ex premier il futuro leader effettivo del Partito Democratico.

Romano Prodi, poi, proprio in questi giorni aveva parlato in modo chiaro e preciso, e non solo alla convention della CISL, dei problemi che affliggono il PD, e perfino il Ministro Dario Franceschini ha lanciato degli in-put a dir poco forti nei confronti dell'attuale leadership del partito, magari offrendo ancora ampia disponibilità a collaborare ma con un giusto e accurato richiamo a quel che sono i numeri in politica.

Vero che la Senatrice Bertuzzi, nel corso di una delle tante Feste di partito, ha precisato proprio in questi giorni che le esternazioni di Franceschini non sarebbero da rileggersi come una critica corrosiva ma semplicemente come una osservazione, ma rimane il fatto che la politica è un po' come il calcio, dove bravi o meno che si possa essere se non si fa goal, se non si ottengono risultati, si deve per forza giungere a qualche mutamento...

Ma allora, cosa dobbiamo aspettarci? Alcuni illustri personaggi che ruotano attorno al PD sembrano davvero stanchi di quanto sta avvenendo e fin qui il problema potrebbe essere risolvibile agevolmente, ma la questione ben più grave è costituita dalla reazione della 'base' del partito, sconcertata e stanca di risultati concreti alquanto insoddisfacenti. Renzi o non Renzi si impone quindi una soluzione che riporti il Partito Democratico a ritrovare un proprio equilibrio interno, evitando ulteriori emorragie e sfaldamenti.