Il prossimo 27 settembre, allo stadio Parc des Princes, si disputerà la gara valevole per la seconda giornata del girone B di Champions League; si scontreranno il Paris Saint-Germain (la squadra locale) e i tedeschi del Bayern Monaco.

Calciomercato pazzo

Le stelle del calcio mondiale non mancheranno di certo in questo confronto e la società francese sa bene come capitalizzare al massimo gli investimenti effettuati e preparare il ritorno economico. L'acquisto del campione Neymar Da Silva Santos Junior dal Barcellona, costato circa 222 milioni di euro (a cui si aggiungono altri 300 milioni per ingaggio e commissioni varie) ha acceso le polemiche dell'estate scorsa e ha fatto storcere il naso a tutti coloro che credevano ancora in un calcio esoso ma non folle fino a questo punto.

Il club di Parigi, non contento, si è regalato anche le prestazioni di Kylian Sanmi Mbappè Lottin, proveniente per 160 milioni di euro (360 per l'operazione complessiva), dal Monaco.

Le polemiche

Le grida di sdegno dei tifosi e degli addetti ai lavori di tutta Europa sono state unanimi. Si è scritto e detto tanto al riguardo ma i media hanno dimenticato un altro particolare importante sul quale è doveroso, invece, porre la massima attenzione poiché riguarda i singoli tifosi, soprattutto quelli con meno disponibilità economica.

La polemica più forte, infatti, dovrebbe dirigersi verso il costo, altissimo, dei biglietti per la partita del 27 settembre: da un massimo di quasi 1500 euro a un minimo di circa 130.

Nonostante il prezzo proibitivo, i tagliandi sono stati tutti acquistati, garantendo il sold out. Ciò che dovrebbe far riflettere è il costo sproporzionato che costringe i tifosi meno abbienti a dover disertare lo stadio, quello stesso impianto che hanno frequentato per decenni, sin da bambini, quando il Paris Saint-Germain era ancora una società "normale", con le sue stagioni non brillanti, alla portata di tutti.

Nessuna voce si è alzata in questo senso, a tutela proprio della tifoseria.

Il calcio e la singola partita sono, purtroppo, dei prodotti da vendere al miglior offerente.

Il calcio che fu

Il calcio, da sempre, ha unito i ragazzi per strada a correre dietro a un pallone di semplice fattura purché rotolante, con le porte segnate dai giacchetti lasciati a terra.

A livelli poco più elevati, nei campetti di periferia, è stato ed è un collante sociale con una buona cornice di pubblico di genitori, amici e curiosi.

In ogni caso, nonostante la concorrenza del calcio a pagamento (visto sulla comoda poltrona di casa) lo stadio rappresenta ancora la platea più bella, vissuta, capace di emozionare e di far socializzare, "costringendo" all'abbraccio persone mai conosciutesi in precedenza ma unite dalla passione per la stessa squadra.

I tifosi benestanti del PSG gongoleranno all'idea di vedere la loro squadra (di proprietà di Hamad Bin Khalifa Al Thani, emiro del Qatar fino al 2013, anno della successione in favore del figlio Tamin) che conquista, farcita di campioni provenienti da tutto il mondo, trofei su trofei; quelli più poveri saranno felici a metà e potranno beneficiare dei successi in maniera surrogata.

Il turista da stadio

Si affaccia un'altra verità poco conosciuta e che non riguarda solo la Francia: quella del "turismo da stadio". Il turista che viene da lontano non si limita solo a vedere i monumenti più belli e noti di una splendida città europea ma completa il suo tour con un accesso allo stadio, con tanto di fotografie e selfie per ricordo. Anche il biglietto dello stadio, quindi, rientra nel pacchetto delle "escursioni". Si nota, infatti, un incremento notevole delle presenze di spettatori stranieri negli stadi. Si tratta di turisti, beninteso, non tifosi veterani della società calcistica, provenienti in genere dall'Inghilterra e dall'Oriente, disposti a spendere centinaia di euro.

Conclusioni

Triste realtà: così come le società calcistiche si sono aperte al compratore straniero (soprattutto cinese, arabo e russo), così il tifo non è più localizzato con le radici e i legami della città. Una società di calcio non è più un bene, un valore, una "proprietà" dei cittadini o dei vicini della regione bensì dei tifosi di tutto il mondo, purché disposti a spendere e solo finché ci saranno campioni e trofei.