Con il summit a Parigi di fine estate Francia, Germania e Spagna hanno approvato e confermato a Gentiloni le linee guida del lavoro svolto dal ministro dell'interno Marco Minniti, autorizzando il prosieguo dei lavori in Libia.

Che erano iniziati molto prima, delegittimando l'importantissima ed unica opera di salvataggio che le ong da anni praticavano nel Mediterraneo (le navi di Frontex un miraggio), imponendo la firma di un protocollo con passi inaccettabili per delle missioni umanitarie (uomini armati a bordo), concludendo poi con un accordo con i capitribù libici (chiamati "sindaci" ma questa carica istituzionale non esisteva in libia e non esiste ora).

Obiettivo raggiunto?

Alcuni politici ed una parte dei media citano i recentissimi dati sul numero degli arrivi, esultando sui risultati raggiunti. Si consiglia una prudente calma.

Fisiologicamente, con il finire dell'estate e l'arrivo del maltempo, gli arrivi dei migranti sono sempre calati naturalmente. Inoltre alcune fonti attendibili indicano in altri paesi del Nord Africa le nuove rotte di trasporto degli esseri umani quindi, per parlare di missione "no sbarchi" compiuta, sarebbe opportuno attendere la prossima primavera.

Intanto...

Le condizioni di vita (sempre che sia lecito usare questo termine) dei migranti detenuti nei centri libici sembrano inenarrabili. Violenze, stupri, botte, scarsa nutrizione ed abbondante sete, anche la morte.

E non si parla di poche unità, ma di decine di migliaia di persone

Per compiere questi atti i libici sono di fatto pagati dall'Europa (prima li caricavano sui gommoni...).

Difficile pensare che la storia non chiederà, in futuro, il conto di tutto questo. L'incontro del ministro Minniti con le ONG per una loro cogestione degli hot spot libici sembra impercorribile. Ritengo difficile sia il placet libico a questa supervisione e sia che le ONG accettino di lavorare con chi genera questi soprusi.

La competenza della questione sembra comunque sia dell'ONU, e sappiamo la difficoltà dell'organizzazione a muoversi in tempi brevissimi (remember Srebrenica).

Non c'è un lieto fine

Il vero problema sembra il focus del problema stesso: per alcuni interrompere in ogni modo gli sbarchi, per altri la priorità è la salvezza di vite umane. Difficilissimo quadrare il cerchio se una delle due parti non accetta la priorità altrui, e la vedo durissima che chi sceglie la vita cambi improvvisamente idea.