Chi si occupa di violenza alle donne sa bene che ci sono diversi tipi di sopraffazioni che possono essere inflitte: fisica, psicologica, sessuale, economica, stalking. Altrettanto bene sa che la violenza sessuale può anche configurarsi all’interno di un matrimonio, con tanto di fedi benedette. Alcuni di voi si chiederanno com’è possibile. È possibilissimo perché se, il pur legittimo marito, vuole fare sesso, ma la moglie non ne vuol sapere e lui insiste, insiste, insiste e poi fa un atto di forza per ottenere quello che desidera, ecco, pur se consumato nel talamo nuziale chiamasi stupro.

Questo preambolo serve a chiarire, se mai ce ne fosse bisogno, che la violenza è violenza e non importa da chi proviene, in quale contesto, in che modo. È violenza, fine. In questa fine estate 2017, invece, stiamo assistendo a un fenomeno alquanto singolare che forse si è già configurato negli anni passati, ma che adesso appare ancora più anomalo perché ci sono ben due disgustose vicende che si contendono l’ambito titolo di stupro. Per una non ci sono dubbi, tutti d’accordo nel condannare, spesso non solo in senso morale, gli autori del brutale reato; per l’altra, un sacco di dubbi e tentennamenti.

Stiamo ovviamente parlando dei fatti di Rimini e di quelli di Firenze. Per i quattro ragazzi africani si sono sprecate parole di riprovazione, quando a parlare, ma soprattutto a scrivere, erano persone moderate, mentre, quando dietro alle tastiere c’erano altre tipologie di pensiero, diciamo, mandarli a morire di morti atroci era la cosa meno brutta che abbiamo potuto leggere.

A questi auguri, si sono avvicendate tutta una serie di bufale per rendere questa storia peggiore di quanto già non fosse: una delle ragazze era ormai sterile per essere stata violentata, un’altra vittima aveva tentato il suicidio.

Tutti concordi nel fregarsene del fatto che una delle vittime fosse una trans, dato che c’è qualcosa di molto peggio: qui si parla di extracomunitari, gente che abbiamo accolto nel nostro Paese, anzi, che i buonisti hanno fortemente voluto far entrare in Italia, quindi, la trans viene – momentaneamente – assolta.

Poi, magari, ci faremo i conti più tardi. E fa niente che anche gli altri due siano polacchi, gente dell’est, insomma. Adesso l’importante è essere compatti contro il nemico africano.

E questi i fatti di Rimini. Quelli di Firenze, invece…

Il secondo stupro, accaduto pochissimi giorni fa a Firenze, è imputato a due carabinieri ai danni di due ragazze statunitensi.

Gelo generale. Come, dopo aver riesumato i cartelli fascisti con il perentorio monito “Difendila, potrebbe essere tua sorella!”, raffiguranti un nero nell’atto di violentare una donna bianca, ci ritroviamo con questa? E come giustifichiamo gli italiani che hanno fatto, pari pari, la stessa cosa commessa dagli africani? E come la giriamo, adesso, che per giunta sono anche i nostri benemeriti, i paladini della giustizia, i difensori dei deboli?

Nel solito modo in cui, da sempre, gli italiani giustificano la violenza alle donne, se perpetrata dagli autoctoni: se la sono cercata. L’onore maschile è salvo. Possiamo continuare a trattare donne e africani come schiavi.