La notizia di per sé è comica, quasi grottesca. Potrebbe sembrare una gag estratta dal classico cinepanettone ridanciano ma non è così.

L'allegra brigata

Un gruppo misto di consiglieri comunali di Torino (Movimento 5 Stelle e Partito Democratico) delle commissioni "pari opportunità" e "contrasto dei fenomeni mafiosi" si reca in visita, qualche giorno fa, ad un campo nomadi di Torino.

Durante il viaggio, forse per passare il tempo, scaricare la tensione (quale?) o forse per "umanizzare" il ruolo del politico, tanto bistrattato di questi tempi, decidono di cantare in gruppo una canzone.

Fin qui nulla di strano. Da tempo la classe politica ci ha abituato ad immagini scioccanti come giacche stravaganti, foto seminudi o in mutande di pelliccia, traversate a nuoto. Tutto per umanizzarsi un po'.

La scelta

Possiamo immaginare che ci sia stato un dibattito su quale artista scegliere e quale brano. Siamo la patria della musica, qual è il problema? Ampissima scelta, per tutti i gusti musicali.

Avrebbero potuto scegliere Morandi, Ligabue, Mina, Pooh, Equipe 84... no. La scelta è caduta sui Nomadi.

Anche solo un briciolo di attenzione da parte di uno dei partecipanti avrebbe permesso a tutti di comprendere i pericolosi risvolti dello scegliere di cantare una canzone dei Nomadi andando in visita ad un campo nomadi, ma tant'è.

Poi, probabilmente, si è trattato di scegliere quale canzone. Avrebbero potuto cantare "Auschwitz" (scritta da Francesco Guccini) per ricordare il pesantissimo tributo in vite umane pagato dagli zingari nei campi di concentramento nazisti o "Noi non ci saremo", un classico evergreen.

Si è deciso di cantare in coro "Io vagabondo".

A nessuno di loro sembra sia venuto in mente il tristissimo accostamento fra il gruppo e la canzone scelta ed i motivi della loro visita istituzionale.

La frittata

La frittata, a questo punto, era pronta per la cottura. Lo smartphone pronto su "video", qualche risatina e via, pronti per la ripresa. Non entriamo nel merito dell'esibizione canora: ci limitiamo a sconsigliare la carriera di cantanti.

Alla fine un paio di controllatine per verificare che fosse tutto ok e via, pubblicato sulla rete. Ai primi rapidi commenti immaginiamo sia sceso improvvisamente il gelo sul minibus. Chi sarcastici, chi volgari, chi ricordando i doppi sensi insomma, troppi elementi negativi per non cancellare il più in fretta possibile il filmato. Ma la frittata era ormai giunta alla cottura, al punto che uno dei partecipanti ha pensato di chiedere pubblicamente scusa per l'accaduto.

Quello che probabilmente voleva essere un tentativo di rendere "simpatica" la politica si è alla fine trasformato in un clamoroso autogol.

Ci auguriamo che la visita al campo nomadi (minuscolo) sia servita ai partecipanti per rendersi personalmente conto del profondo disagio in cui vivono sia i rom che i cittadini, e se il prossimo tentativo di rendere ancora simpatica la politica dovrà nuovamente passare per una canzone, occhio alle scelte e a cosa state per fare.

E qualche lezione di canto.