E' difficile riportare in un ambito squisitamente politico, quello che sta accadendo ed è accaduto in catalogna. Prima che la Guardia Civil irrompesse nei seggi a suon di manganelli, prima che il Primo Ministro spagnolo Mariano Rajoy sbeffeggiasse i catalani in conferenza stampa, prima che funzionari pubblici catalani venissero arrestati, magari prima che la polizia spagnola molestasse sessualmente una ragazza trascinata per i capelli fuori dai seggi. Ecco prima di tutto ciò si poteva anche discuterne.

L'autonomia della Catalogna, svuotata nel 2010

Comprendendo le ragioni dei catalani che nel 2010, sostenuto da una campagna di odio e luoghi comuni del Partito Popolare di Rajoy si sono visti svuotare dal Tribunale Costituzionale della Spagna lo Statuto di autonomia approvato nel 2006 dal Parlamento catalano, ratificato dalle Cortes (parlamento) spagnolo e che i cittadini catalani convalidarono con un referendum. Comprendendo la storia della Catalogna, definita nazione con una propria lingua. Una nazione fieramente anti franchista.

In Catalogna i secessionisti erano minoranza

Avremmo anche capito che - malgrado la sinistra catalana di Candidatura d'Unitat Popular, abbia promesso con il referendum l'abbattimento di capitalismo, corruzione e monarchia costruendo una repubblica socialista- il vero "deus ex machina" del secessionismo è Carles Pugdemont, Presidente della Generalitat de Catalunya dal 2016, leader della destra ex giornalista scaltro conoscitore della comunicazione moderna.

Il quale ha miracolosamente fatto divenire sentimento univoco l'indipendentismo, da sempre minoritario nella regione.

La Catalogna produce il 20% del PIL

Secessionismo ed indipendentismo sono esternazioni di precisi interessi economici, è bene ricordare che, tra il 2007 ed il 2015, l'indice della disuguaglianza spagnolo (Indice di Gini) è aumentato del 9%.

Con l'indipendenza della Catalogna, ci si dovrebbe chiedere in quali condizioni finanziarie rimarrebbe la Spagna. Nella regione catalana, infatti, vengono realizzati oltre il 20% del pil spagnolo e il 23% della produzione industriale. Il 25% dell'export spagnolo viene generato infatti proprio in Catalogna. Questo, più di ogni altra cosa, spiega la disperazione di un'azione repressiva del governo di Madrid che ha ritenuto inviare un messaggio chiaro.

Ecco tutto ciò avrebbe potuto essere messo sul tavolo delle trattative. Ora sopratutto dopo i silenzi della UE sui diritti civili, non sarà più possibile discutere di nulla. La Catalogna non è più in Spagna. Prima o poi qualcuno se ne accorgerà, sperando che ci siano conseguenze più gravi degli ultimi giorni.