Giovedì 14 dicembre 2017 uscirà nelle sale di tutta Italia un nuovo stancante cinepanettone prodotto da Filmauro. Non si tratta di un altro film della famosa "saga" iniziata nel lontano 1983 con 'Vacanze di Natale', bensì di un'antologia che raccoglie le scene e le immagini più famose e divertenti di quanto visto in trentacinque anni. A firmare questa perla ci pensa uno degli showman più incapaci della televisione italiana, Paolo Ruffini. Già autore di pellicole di dubbia bellezza come 'Fuga di Cervelli' e 'Tutto Molto Bello' e interprete di una manciata di film di Natale, il comico livornese si cimenta nella realizzazione di quello che potrebbe considerarsi il testamento definitivo dei cinepanettoni.

Il testamento del cinema spazzatura italiano

Trentacinque anni di vita per trentatré film condensati in un unico episodio che risponde al nome di 'Super vacanze di Natale'. Un revival di tutti gli interpreti che vi hanno preso parte, dei cinque registi che negli anni si sono alternati e delle posticce location che hanno ospitato le disavventure di Massimo Boldi e soci. Per Ruffini si tratta di un'esperienza unica, un'operazione nostalgica che al posto di rievocare malinconici momenti andati, porta avanti l'emozione scaturita da una risata effervescente. "Io lo chiamo montaggio emotivo-comico, perché porta avanti l'emozione della risata e della comicità. Questi film li ho vissuti in prima persona, ogni anno andavo a vederli con amici e parenti.

Ho un ricordo bellissimo del Natale anche grazie a questi film".

Dimenticando per un momento i traumi infantili di Paolo Ruffini, viene da chiedersi perché si continuino a produrre film del genere. Appare ovvio che oramai si è toccato il fondo e che nuove idee sono anni luce dall'essere concretizzate. Ma ciò che più spaventa, oltre alla bassezza culturale con la quale De Sica (no, non è Vittorio grazie al cielo) e compagni affrontano le loro storie, una "comicità" che si serve di escrementi e tristi ambiguità sessuali per strappare le più deplorevoli risate, è l'affluenza di persone che ogni anno si abbandonano a questi teatrini imbarazzanti.

Fatta eccezione per un paio di episodi, ogni anno i cinepanettoni sbancano al botteghino incassando più di quanto ci si possa aspettare. Non si spiega come un prodotto del genere, mal fatto, ripetitivo e stancante, riesca ancora a trovare ampi consensi tra gli italiani e goda di una fama che sembra essere destinata a non cedere.

Ma se i primissimi film degli anni '80 conservavano una propria dignità in quanto specchio comico di un'Italia che stava cambiando, e annoveravano al loro interno indimenticabili caratteristi come Mario Brega o Guido Nicheli, a partire dagli anni '90 si assiste a un peggioramento sempre più costante. Ruffini è solo la punta dell'iceberg di un cancro culturale che l'Italia si porta dietro ormai da anni. 'Super Vacanze di Natale' è un cinema stantio, vecchio e raggelante che non sa più cosa dire né fare se non ripercorrere i "fasti" del passato usandoli come unica arma per combattere il niente esistenziale di questi personaggi. Quando la finiremo?