Chi è Papa Celestino VI? Lo avete già sentito nominare? Non bisogna cercare tra le pagine di storia del Papato, perché l'ultimo Celestino fu il V, il pontefice che "fece per viltade lo gran rifiuto", secondo le parole di Dante che, nella sua Divina Commedia, lo ha inserito nell'Inferno.

Per trovare una spiegazione, dobbiamo fare riferimento al più recente romanzo di Glenn Cooper, "il debito" (2017), salutato come un vero e proprio best-seller internazionale: Papa Celestino VI era già presente nel precedente romanzo, "Il segno della Croce", ma aveva un ruolo leggermente più defilato, mentre qui è uno dei personaggi di spicco.

Il vero e assoluto protagonista della storia è, invece, il professor Cal Donovan, docente di Teologia presso un'Università americana che viaggia spesso in Italia e ama fare ricerche presso la Biblioteca Vaticana. Nell'avventura precedente si era ritrovato coinvolto in un caso di stimmate, e proprio Papa Celestino VI aveva richiesto il suo aiuto nella ricerca di preziose reliquie. Grazie alla sua collaborazione il caso era stato risolto, e il Santo Padre aveva concesso al docente libero accesso alla Biblioteca Vaticana, anche nella sezione contenente i documenti più segreti.

Così Cal, ogni anno, si reca a Roma per questo scopo e stavolta, mentre è alla ricerca di documenti riguardanti uno sconosciuto cardinale italiano della seconda metà dell'800, incappa in una testimonianza che parla di un debito contratto dal Papato con una banca ancora esistente e mai saldato.

Perché tutti temono Papa Celestino VI?

Di fronte ad un debito che oggi ammonterebbe alla bellezza di 30 miliardi di euro (mai restituiti) il Papa dichiara di volerlo saldare, ma istituendo con la banca una fondazione e usando tutti i soldi per la carità, quella che sente come un'esigenza impellente e che le pastoie e l'immobilismo del Vaticano gli impediscono di concretizzare.

Di conseguenza, la risposta alla domanda su chi ha paura del Papa diventa facile: praticamente tutti, a partire dai cardinali più conservatori, fino ai cattolici fondamentalisti.

Una critica sconvolgente

In una storia di intrighi, il celebre scrittore americano lancia una pietra nello stagno, ma sarebbe meglio dire un macigno: l'accusa è che la Chiesa dovrebbe assumere una posizione ben precisa di fronte alla povertà del mondo, una povertà che affronta a gocce, vivendo però nel lusso e nella ricchezza, senza parlare delle speculazioni e degli intrighi dello Ior (la Banca Vaticana), tante volte balzata agli onori (disonori) della cronaca.

Come può conciliarsi - si chiede Cooper - la ricchezza costantemente di fronte agli occhi del Papa, i marmi, le opere d'arte, i doni lussuosi provenienti da tutto il mondo con le parole del Vangelo come "andate e donate tutto quello che avete ai poveri?".

Ebbene, le parole di Cooper sono potenti e molto vere, e la testimonianza della difficoltà ad affrontare il problema si evince anche dalla lentezza con cui Papa Francesco riesce a cambiare la Chiesa, pur sostenendo di volerlo fare. L'immobilismo del Vaticano, il peso della sua ricchezza, sono terribili da sopportare e rappresentano un macigno in grado di sconvolgere un Papa che sia sensibile e vicino alla povertà evangelica.

Glenn Cooper

Glenn Cooper, classe 1953, è un affermato scrittore statunitense, ma è anche medico, archeologo, sceneggiatore e produttore cinematografico.

I suoi romanzi sono tradotti in tutto il mondo e sono famosissimi, come il ciclo della "Biblioteca dei Morti" o quello di "Dannati", mentre attualmente sono due i libri che hanno come protagonista il professor Cal Donovan, di madre ebrea, di padre cattolico (non tanto praticante) per scelta, che sembra un po' il contraltare del professor Robert Langdon di Dan Brown.