Venerdì 8 settembre 2017, presso lo spazio espositivo di Villa Niscemi, è stata inaugurata la bipersonale di pittura e fotografia di Aldo Di Vita e Stefania Mulè intitolata "Pittura e Fotografia a confronto tra Arte, Vita e Pop-art", visitabile fino al 14 settembre 2017.

Le Rouge, le Blanc et le Noir

Stendhal mise in contrapposizione due colori che sono uno l'antitesi dell'altro, il Rosso e il Nero: il primo, passione e forte potenzialità, colore che rappresenta la vitalità più carnale e viscerale; il secondo, il più oscuro dei tasselli cromatici, il colore del mistero e dell'inconoscibile.

Qui, però, si intravede il comparire del bianco, che miscela, che ammorbidisce e diluisce i contorni, ma è partecipante attivo al complesso artistico che emerge.

I toni accesi e stravaganti dei dipinti pop-art che ricordano, ma scardinano anche i confini tracciati da Andy Warhol, esplodono di vitalità, vivacità e passionalità. Il rosso, il mite bianco e il sempre più predominante nero della pelle dei soggetti, si mescolano in un tripudio di musicalità jazz che trasuda dai volti affascinanti degli interpreti di quei brani che, in realtà, sono veicolo intenso e profondo del proprio vissuto.

La vita difficile dei ghetti, delle città metropolitane e dei nightclub, delle periferie malfamate delle città che brulicano di malviventi e malavita e che sopravvivono raccontandosi tra quei tasti di pianoforte, quei pomelli di sax e tromboni e in quei caldi e rotondi fraseggi tra le trame metalliche dei microfoni anni '50.

Artisti di strada che fuggirono dal "giro" e si nascosero tra i meandri nascosti dei locali notturni per rifugiarsi tra le braccia della madre musica.

I toni si smorzano, il Rosso svanisce, restano solo il bianco ed il nero, uniti e riuniti in quegli scatti di Vita quotidiana, Vita di strada anch'essa, Vita vera nascosta ai più disinteressati, infinitamente interessante e coinvolgente per coloro che hanno voglia di ascoltare.

Vite che urlano silenziosamente, che parlano con lo sguardo, che vivono di quelle arti magiche che scorrono tra le loro dita, ma che di magico ed esoterico hanno ben poco: la magia è nelle loro abilità, nella dedizione e, in ogni sguardo, c'è il racconto di una storia intera. Impossibile non soffermarsi ad osservare quegli occhi, quel sorriso, quel volto corrugato. È troppa la paura di risvegliare ciò che di loro è in noi stessi perché, inconsciamente, sappiamo che in loro, vi è anche un po' di noi.