Già alcuni siti web avevano dato ieri sera la notizia falsa della sua morte, quando in realtà lui era ancora in coma e in fin di vita in ospedale. Nella notte, poi, poco prima delle 3.40, il decesso del boss siciliano Totò Riina. Il "capo dei capi" è morto all'età di 87 anni (compiuti proprio ieri) nel reparto dei detenuti dell'ospedale di Parma. Nelle scorse settimane Riina era stato operato due volte, era malato ormai da tempo. Ma, a quanto pare, continuava a comandare, a tenere le file di Cosa nostra. Era entrato in coma dopo l'ultima operazione, ieri il ministro della Giustizia, Andrea Orando, aveva autorizzato i figli alla visita al padre detenuto al 41 bis.

Totò Riina è morto portando con sé molti segreti

La carriera criminale di Totò Riina fu rapida e violenta, tantissime le sua vittime, tanti i segreti che il boss porta nella tomba. Da Corleone, la sua città natale, a Palermo il capoluogo della Regione siciliana poi sotto il "dominio" dei corleonesi. Prima accanto al vecchio boss corleonese Luciano Liggio, poi divenne il superboss della "cupola". E' sua la firma sulla stagione delle stragi, al nome di Totò Riina si legano alcuni degli attacchi più eclatanti della mafia allo Stato, dai delitti del magistrato Pietro Scaglione e del presidente della Regione siciliana Piersanti Mattarella alle stragi di Capaci e di via D'Amelio, in cui persero la vita i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e gli agenti della loro scorta.

Fu la "belva" che fece guerra allo Stato con le stragi

Nonostante la detenzione per 24 anni al regime di carcere duro previsto dall'ordinamento penitenziario per mafiosi e terroristi (41 bis), Totò Riina, secondo gli inquirenti, era ancora il "capo dei capi" della mafia. Insieme a Bernardo Provenzano, deceduto il 13 luglio dell'anno scorso, costituiva la coppia terribile della "cupola".

Riina e Provenzano violenti e raffinati strateghi della malvagità di Cosa nostra. Quella di Riina, che stava scontando in carcere ventisei ergastoli, è l'immagine dell'anima feroce e stragista della mafia. La sua storia è stata già raccontata in una miniserie televisiva in sei puntate dal titolo "Il capo dei capi". Ora c'è già qualcuno pronto a prendere il suo posto ai vertici di Cosa nostra pronta a riorganizzarsi.

Il possibile successore, pare di capire sulla base delle dichiarazioni di investigatori, magistrati ed esperti in questi anni, potrebbe essere Matteo Messina Denaro di Castelvetrano, in provincia di Trapani.