Riorganizzazione territoriale e amministrativa, questo loscopo dello studio effettuato dalla SocietàGeografica Italiana per il Ministero degli Affari Regionali che prevede l'eliminazionenon solo delle province, ma anche delle regioni e al loro posto 36 aree, in modalità di dipartimenti "allafrancese", fra cui l'Alto Tirrenoche accorperebbe Massa e La Spezia contutte le cinque terre, Pisa, Livorno e Lucca. Solo un viaggio di fantasia oprospettiva reale?

Quel che è certo è che non si tratta di uno scherzo, ma ilprogetto è stato commissionato direttamente dal governo di Roma che punta a unaristrutturazione amministrativa per snellire l'apparato burocratico costituitoda 110 province e 20 regioni.

I criteridi accorpamento presi in considerazione sono stati prevalentemente quelli storici e infrastrutturali e così eccoprendere forma l'Alto Tirreno, unnuovo dipartimento che elimina il confine fra Liguria e Toscana e lega cosìMassa a La Spezia. È possibile questo matrimonio?

Il quotidiano toscano Il Tirreno lo ha chiesto ad alcuneimportanti personalità del territorio come AlessandroVolpi, sindaco di Massa e docente di Storia contemporanea all'Università diPisa: "Diciamocelo, faccio fatica a pensare Massa Carrara con La Spezia. Vero, la storia di territori confinantiè spesso intrecciata, ma i legami storici della Spezia con Genova sono forti,innegabili. Piuttosto si dovrebbe puntare su macro-regioni, piuttosto che sumaxi province come quelle proposte dalla SocietàGeografica".

Gli risponde in antitesi lo spezzino Marco Ferrari, giornalista, scrittore, presidente dell'Istituzioneper i Servizi Culturali del Comune della Spezia e della Mediateca regionaleligure: "È naturale che La Spezia entri nel dipartimento dell'Alto Tirreno. Le infrastrutture sono lestesse e l'integrazione tra La Spezia e Massa-Carrara è totale.

Il nostrointerscambio è tutto sulla linea tirrenica: si va all'Università a Pisa, si vaa ballare in Versilia, ci si cura in Toscana. È un po' una follia dividere inquesto modo un territorio così omogeneo. Anche dal punto vista etnico, gliapuo-lunensi, che vanno da Spezia a Forte dei Marmi, sono un'etnia a parte, néliguri né toscani.

Genova matrignanon è un nomignolo qualunque, è una mortificazione che tocca tutti i settori,dalla sanità alla cultura. La Regione Liguria spende molto di più in sanità perun genovese che per uno spezzino. Dunque meglio ridire con i toscani chepiangere con i genovesi!".

Insomma il dibattitoè aperto, c'è chi non vede l'ora e chi non ne vuole sapere. Qualcunoaddirittura propone un referendumche coinvolga l'intero territorio nazionale coinvolto nel restauroamministrativo. Voi siete d'accordo? Da che parte state?