Eravamo agli inizi di agosto quando Mario Monti, in aperto dissenso con alcuni esponenti del suo partito, rassegnò le dimissioni. Nell'arco di 24 ore però tutto tornò a posto e lui continuò a rappresentare Scelta Civica dentro e fuori dal Parlamento. Ma questa volta è diverso. Ieri sera l'ex Presidente del Consiglio Mario Monti ha detto basta. Definitivamente.

Il dissenso tra i suoi maggiori esponenti non si è mai veramente superato, ma è stato soltanto "sopito". Ciò significa che, prima o poi, sarebbe dovuto riesplodere. E così è stato. Il tavolo di scontro è stata la legge di stabilità che Monti ritiene non sufficiente per puntare alla crescita, ma che è stata votata all'unanimità dal suo partito.

In sostanza almeno undici dei suoi senatori si sono schierati contro di lui, e la sensazione è che non aspettasse altro per tirarsi indietro.

Dopo aver denunciato pubblicamente il fatto di avere praticamente l'intero partito contro, compresi anche gli alleati Casini e Mauro, Mario Monti ha reso pubbliche le sue dimissioni, annunciando che da oggi passerà in Parlamento al Gruppo Misto. La sua carriera politica di certo non finisce qui, essendo Senatore a vita. Ma probabilmente finisce quella del suo partito che finora si era concentrato intorno alla figura carismatica dell'ex Premier. Senza di lui, secondo molti analisti, il partito è destinato a sciogliersi, facendo confluire le "anime" principali nell'Udc, oppure a presentarsi alle prossime elezioni con il forte rischio di incorrere in una figuraccia.