Delle condizioni delle carceri, dell'indulto e di amnistia se n'è parlato tanto, lo si è fatto specialmente nel caso della condanna di Silvio Berlusconi che sperava nella grazia, se n'è riparlato con il caso Cancellieri-Ligresti e dove il ministro di Giustizia ha promesso di mettersi in moto soprattutto per la questione vera e propria ingiustizia del carcere preventivo o custodia cautelare che dir si voglia, ma il Parlamento sta facendo orecchie da mercante.

Resta il fatto che intanto i 12 referendum di Pannella da sempre contro il carcere preventivo non sono stati approvati, e adesso (ne parleremo alla fine), si stanno mettendo in moto per richiedere un amnistia con tanto di protesta pubblica.



Intanto un'altra vittima, un altro detenuto che muore, stavolta nel nuovo complesso del carcere di Rebibbia ed è la morte numero 16 nel 2013 nella sola Regione Lazio. Le notizie che stanno trapelando fanno sempre più indignare la gente, infatti pare che questo detenuto dello Stato di El Salvador sia perito a causa del gas di una bombolata usata per cucinare che vagava beata nella cella. Tutto da verificare ancora, ma questo ci fa venire in mente ancora una volta la condizione pessima delle carceri italiane.

Anche il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha chiesto al Parlamento e Governo di discutere e riformare per la pessima situazione carceriera in cui vivono i detenuti, specie quando si tratta di custodia cautelare e carcere preventivo o comunque di condannati per reati minori (non che gli altri non ne abbiamo diritto), ma sembra che nonostante le solite promesse fatte di sole parole, la cosa possa fare la fine del Porcellum, di quella schifosa Legge elettorale che tutti fra deputati e senatori vogliono cambiare a chiacchere, ma che nei fatti concreti nessuno sembra avere intenzione o fretta di prendere in seria considerazione una riforma.

Gli unici che concretamente continuano a spingere per obbligare Governo e Parlamento a fare qualcosa soprattutto a riguardo di una futura e veloce Amnistia, sono i radicali con a capo il mai domo Marco Pannella e Rita Bernardini, a parte i vari scioperi della fame e della sete, stavolta hanno intenzione di fare un sit-in davanti alle carceri per Natale. Potrà esserci finalmente una svolta? O forse i nostri politici sono troppo impegnati a tenersi buone le poltrone e altri a pensare alla campagna elettorale?