Passi in avanti significativi sulla strada che porta ad amnistia e indulto: il cdm ha approvato il dl emergenza carceri, un pacchetto che contiene misure volte ad avviare il processo di riforma del sistema penitenziario e a risolvere il problema del sovraffollamento delle celle, con quasi 3000 detenuti che per effetto delle nuovo norme abbandoneranno le strutture penitenziarie entro i prossimi mesi.



Come accennato si tratta del primo passo verso amnistia ed indulto, ma adesso il dl andrà discusso in Parlamento e ci sarà da superare i tanti pareri negativi, a cominciare dal ‘no’ del segretario del Pd Matteo Renzi, secondo cui si darebbe un insegnamento sbagliato ai giovani rimettendo i detenuti in libertà e dando il là ad amnistia e indulto.

Il dl rappresenta anche una prima risposta verso il monito del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che ha più volte parlato della necessità di assunzione di responsabilità da parte del Parlamento.

Amnistia e indulto, Letta e Cancellieri presentano il dl emergenza carceri

Ecco i punti salienti del provvedimento:

  • obbligo del braccialetto elettronico per i detenuti ai domiciliari, salvo diversa disposizione del magistrato di sorveglianza;
  • innalzamento da 45 a 75 dei giorni di liberazione anticipata ogni 6 mesi per buona condotta;
  • innalzamento da 3 a 4 anni del limite della pena per accedere all’affidamento in prova;
  • istituzione per i piccoli spacciatori di droga del reato di spaccio lieve e trasferimento di tali soggetti verso centro di recupero qualificati;
  • introduzione di un sistema di identificazione più efficace dei detenuti stranieri che negli ultimi due anni di pena potranno essere rimpatriati;
  • istituzione del Garante dei detenuti.

Le misure, hanno assicurato Letta e Cancellieri, condurranno all’uscita dal carceri di circa 3.000 detenuti nei prossimi mesi, che in aggiunta a quelli già scarcerati nei mesi precedenti farebbero salire a 7.000 il computo totale.

Amnistia e indulto, ok di Napolitano ma regge il ‘no’ di Renzi

In sede di presentazione del provvedimento, Letta ha sottolineato che col dl si è voluta dare una prima risposta al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che nei giorni scorsi aveva sottolineato come il Parlamento dovesse assumersi le proprie responsabilità e prepararsi ad affrontare il giudizio degli organismi sovranazionali in caso di mancata ottemperanza alla questione.



Dopo l’approvazione del dl la palla passa proprio al Parlamento per la discussione, ma ci saranno da superare numerosi pareri negativi, primo fra tutto quello di Renzi, più volte dichiaratosi contrario ad amnistia e indulto per via “del cattivo esempio che si darebbe a giovani e giovanissimi buttando fuori detenuti perché le carceri scoppiano”.



L’auspicio adesso è che il Parlamento discuta in tempi brevi il dl, considerato che il tempo stringe e a maggio l’Italia dovrà presentarsi davanti all’Europa con un pacchetto di misure già approvate ed operative. Il problema è di quelli da non sottovalutare e solo un concordato tra tutte le forze politiche consentirà di trovare una soluzione.