Giustizia, carceri,indulto e amnistia. Il 2013 è stato un anno ricco in tema di politiche enorme penitenziarie, ma molto di più lo sarà il 2014 considerando che entromaggio l'Italia deve rientrare nei parametri di accoglienza dignitosa nellecarceri previsti dalla Convenzioneeuropea dei diritti dell'uomo e la Costituzione italiana.

Sono in attesa di risposte la Corte Europea che l'8 gennaio scorso ha condannato l'Italia percondizioni degradanti nelle carceri e il messaggio alle Camere del presidente dellaRepubblica Giorgio Napolitano dell'8ottobre scorso in cui il Capo delloStato ha chiesto a deputati e senatori di intervenire con indulto e amnistia.

Indulto e amnistia sono così entrati nell'agenda politica.Aperto il dibattito tra i partiti e avviati iter legislativi per misurealternative e riforma della custodiacautelare.

Diversi partiti propongono la modifica delle leggi ex Cirielli sulla prescrizione, la Bossi-Fini sull'immigrazione irregolaree la Fini-Giovanardi sulle drogheleggere. Intanto si muove anche il mondo dell'associazionismo, promossa a Romala marcia di Natale e a Firenze la marcia di Capodanno per indulto e amnistia.

Delle carceri si è occupato anche Papa Francesco, che il 13 marzo ha celebrato la messa Giovedì Santonon nella Basilica Vaticana ma all'interno del carcere minorile di Roma: "L'esempioce lo dà il Signore che lava i piedi perché fra noi il più alto deve essere alservizio degli altri.

E' un simbolo: lavare i piedi - ha detto Papa Bergoglio - significa essere al servizio,aiutarci l'un l'altro".

Il governo è intervenuto nel 2013 già due volte con duedecreti legge nel tentativo di alleggerire il sovraffollamento carcerario ma la situazione non è cambiata;permangono in tanti casi situazioni degradanti per i detenuti.

I risultati dialcuni interventi che puntano a "svuotare le carceri" si vedranno forse nel 2014.

A giugno ilconsiglio dei ministri ha approvato un primo decreto legge che ha introdottomeno automatismi nell'ingresso in carcere con l'obiettivo di favorire l'uscita deidetenuti di non elevata pericolosità sociale e di ampliare l'affidamento aiservizi sociali e i lavori di pubblica utilità per i detenuti e altre misure alternative al carcere.

Un nuovo decreto legge cosiddetto "svuotacarceri" approvato il 18 dicembrescorso dal Governo Letta. Prevede: arrestidomiciliari, rimpatri dei detenuti stranieri e uscite anticipate, l'uso del braccialettoelettronico, e introduce il reato di cosiddetto "spaccio lieve" per il reinserimento di tossicodipendenti eistituisce il Garante nazionale dei detenuti.

La stima è di circa tremiladetenuti in uscita. Gli ultimi dati diffusi dal Dap confermano la scarsa tendenza alla riduzione: 65 mila idetenuti alla fine del 2012, sono 63.628 al 18 dicembre 2013, a fronte di unacapienza massima di 47.667 posti detentivi. La verifica dell'effetto reale chei due decreti "svuota carceri" avrannoper la popolazione carceraria si potrà fare dunque solo nel 2014.

Intanto ilministro della Giustizia Annamaria Cancellieriha annunciato 10.000 nuovi posti detentivi in strutture adeguate entro il 2015; mentre i detenuti, i familiari, iradicali e il Capo dello Stato continuano a invocare al Parlamentoprovvedimenti di indulto e amnistia.