La Trasparency International, un’organizzazione non governativa con sede in Germania, ha diffuso, come ormai fa da circa 15 anni, la Corruption Perception Index, ovvero sia la classifica della corruzione percepita nel mondo: l’Italia si trova solo al 69esimo posto dietro addirittura a Giordania, Cuba e Namibia e davanti solo a Grecia e Bulgaria fra i paesi membri dell’UE.

Trasparency International, corruzione percepita in Italia ancora elevata

La Corruption Perception Index certifica le opinioni di investitori, imprenditori ed esperti internazionali sul rischio d’imbattersi in tangenti e altri favoritismi illeciti o illegittimi nei paesi che si scelgono per fare affari; Nuova Zelanda, Danimarca e paesi scandinavi comandano da sempre questa speciale graduatoria, con Somalia, Afghanistan, Sudan e Corea del Nord tradizionali fanalini di coda.



Sui 175 paesi considerati, l’Italia occupa solo il 69° posto, dietro addirittura a Giordania, Cuba, Arabia Saudita e Namibia e davanti solo a Grecia e Bulgaria fra i paesi membri dell’UE. D’accordo, si parla di corruzione percepita e non effettiva (anche se di per se stessa la corruzione è sommessa e latente dunque impossibile da misurare oggettivamente), ma la classifica stilata da Trasparency International è ormai una vera e propria bussola in grado di orientare le scelte degli imprenditori e le decisioni di investimento di migliaia fra attori economici ed agenti sociali.

Trasparency International e corruzione: posizione in classifica dell’Italia migliora dopo il tramonto dei governi Berlusconi e la Legge Severino

Nonostante possa sembrare disastrosa la posizione in classifica dell’Italia in realtà le cose paiono nettamente migliorate dopo la fine dei governi Berlusconi e l’introduzione della Legge Severino (ribattezzata legge-anti corruzione), lo stesso provvedimento che ha sancito, causa decadenza, l’impossibilità a candidarsi per il leader di Forza Italia nei prossimi sei anni.



Il tramonto dell’epoca Berlusconi e la prima timida lotta condotta contro la corruzione che da sempre (ahinoi) permea l’ossatura politico amministrativa italiana, hanno dunque prodotto una timida risalita del livello di integrità percepita in Italia al di fuori del resto del mondo; il trend positivo, in una scala assunta in centesimi, è quantificabile in un segno + pari ad 1 centesimo, da 42 a 43, che ha consentito al bel paese di risalire ben tre posizioni. Troppo poco ancora per poter parlare di un risultato accettabile.