Due provvedimenti dalla così elevata rilevanza sociale come amnistia e indulto richiedono il consenso unanime di tutte le forze politiche del paese, ma al momento lo scenario è di tutt’altra levatura.



Il fronte dei ‘si’ annovera di certo un ampio numero di membri - su tutti Radicali, Sappe (Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria), Ministro Cancellieri, Premier Letta e Presidente Napolitano - ma i più attivi sostenitori dei due provvedimenti restano certamente i Radicali. Nel giorno di capodanno, una loro delegazione con in testa Marco Pannella e Rita Bernardini ha visitato le carceri di Regina Coeli e Rebibbia, portando conforto ai detenuti e denunciandone le disumane condizioni di detenzione.





La Bernardini ne ha approfittato per rammentare che l’Italia ha 147 giorni a disposizione per prendere provvedimenti e rispondere alle sollecitazioni pervenute dal Consiglio d’Europa, che ha più volte invitato le Istituzioni italiane a risolvere il problema del sovraffollamento delle carceri; il nostro paese dovrà in particolare presentarsi davanti alla Corte Ue nel mese di maggio, ma senza l’approvazione di amnistia e indulto (considerate le condizioni dei penitenziari italiani) sarà impossibile ottemperare alle richieste provenienti dagli organismi sovranazionali.



D’accordo a dare il là ad amnistia e indulto - accompagnando però le riforme ad un riassetto del sistema penitenziario - anche il Premier Letta e il Ministro Cancellieri, protagonisti entrambi a fine dicembre della conferenza stampa di presentazione del dl emergenza carceri.





Il fronte dei ‘si’ - conditi, lo ribadiamo, da una riforma strutturale - conta anche il segretario generale del Sappe Donato Capece (‘Amnistia e indulto da soli non possono risolvere le criticità del settore carceri, servono vere riforme strutturali’), ma è dal Presidente Napolitano che può arrivare la scossa decisiva.

Amnistia e indulto, le news: Renzi contrario, Napolitano ago della bilancia

A conclusione del proprio intervento, Capece ha poi invitato il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano a sollecitare il Parlamento affinchè si prenda la responsabilità di ratificare amnistia e indulto senza indugiare oltre. Il problema è che permane ancora un importante veto, quello del segretario del Pd Matteo Renzi, contrario ai due provvedimenti perché amorali e forieri di ‘un cattivo esempio per i giovani’.



E allora a risolvere la questione potrebbe essere proprio Giorgio Napolitano, anche se Letta ha tenuto a precisare che ‘amnistia e indulto sono di esclusiva competenza delle Camere’; il Presidente della Repubblica si è più volte espresso in favore dei due provvedimenti, sottolineando però come tutto dipenda dalla volontà del Parlamento.



Al di là dei pronunciamenti di facciata, è chiaro il peso delle parole del Presidente Napolitano, così come chiaro è il suo pensiero: l’Italia rischia di arrivare impreparata all’appuntamento di maggio, deve per tanto accelerare e solo amnistia e indulto produrrebbero l’impennata decisiva.