‘Alla data del 30 giugno 2013 si contano 5.257.693 di processi pendenti in campo civile e quasi 3 milioni e mezzo in quello penale’: ad essersi espressa in questi termini Annamaria Cancellieri, che dopo alcune settimane di silenzio è tornata a parlare delle questioni connesse alla riforma della giustizia.



Direttamente legata alla riforma i provvedimenti di amnistia e indulto, che se attuati non ‘avranno effetti di breve periodo ma di lungo, perché accompagnati da una riforma strutturale’ ha chiosato la Cancellieri, che ha comunque ribadito come debba essere il Parlamento a decidere in merito.

Facciamo il punto sulla sue dichiarazioni e sullo stato attuale della riforma della giustizia.

Amnistia, indulto e giustizia: Cancellieri fa il punto, troppi processi pendenti ed eccessivo lavoro per la magistratura

Stando a quanto affermato dal Ministro Cancellieri, gli uffici giudiziari sono eccessivamente oberati di lavoro, il tutto nonostante l’ultimo report pubblicato dalla Commissione europea per l'efficienza della giustizia abbia collocato l’Italia ai primi posti in quanto a produttività.



La riforma allo studio, della quale fanno parte i decreti approvati in passato (compreso quello sull’emergenza carceri connesso ad indulto ed amnistia), punta ad agire in due direzioni:

  • Ridurre la spesa
  • Assicurare maggiore efficienza e celerità, cosa che può accadere solo distribuendo in modo più mirato il lavoro da dover svolgere.

Tra processi civili e penali, in Italia sarebbero circa 9 milioni i procedimenti giudiziari pendenti; buono il trend per i processi civili, con un calo delle pendenze del 4% rispetto al 2012, in leggero aumento invece quelli penali, certamente più complessi e delicati. Il meccanismo con cui funziona la giustizia, almeno quella italiana, non è certo dei più semplici da ritoccare, ma il Ministro Cancellieri si è comunque detto estremamente fiducioso sulla buona riuscita del pacchetto di riforme.



A due mesi circa dall’approvazione del dl emergenza carceri, è buono anche il primo report sul sovraffollamento dei penitenziari - al 9 gennaio 2014 i detenuti in carcere erano 62.326, con quasi 2.000 unità in meno rispetto al dicembre scorso - dati che hanno riacceso i riflettori sulla delicata questione connessa ad indulto ed amnistia.



Il problema resta di grande attualità e va affrontato in modo più vigoroso: da mesi si parla di indulto e amnistia, con i soliti si (Radicali, Presidente della Repubblica Napolitano e NCD su tutti) e i consueti no (su tutti quello di Renzi del Pd e della Lega Nord di Salvini) a fronteggiarsi senza arrivare ad una soluzione definitiva.



Maggio - quando l’Italia dovrà presentare il pacchetto di riforme approvato e dovrà spiegare, numeri alla mano, come ha fatto per risolvere il problema del sovraffollamento carceri - si avvicina, e ancora si è ben lontani dagli standard intimati dal Consiglio d’Europa. Amnistia e indulto, se non accompagnati da una riforma strutturale della giustizia, poco servirebbero ad invertire il trend se non per qualche mese, forse un anno, ecco che la via probabile resta quella di un via libera ad amnistia e indulto che sia però accompagnato da un ripensamento globale del meccanismo di funzionamento della giustizia italiana.



A breve dovrebbero esserci novità, anche perché l’allarme sovraffollamento carceri è tutt’altro che rientrato. Ad oggi l'unica certezza è che l'impianto di funzionamento della giustizia va rivisto nella sua globalità.