Nessuno ci avrebbe creduto che Silvio Berlusconi, dopo vent'anni di battaglie contro la sinistra, si fosse degnato di recarsi proprio nella sua tana per trattare sulla Legge elettorale. Ebbene, ciò è avvenuto e il colloquio con Matteo Renzi è durato circa due ore. C'è da dire che Berlusconi non è stato accolto con applausi ma con il tiro di uova e ciò era da prevedere.

Il Segretario del Pd e il leader di Forza Italia, oltre aver discusso sulla norma della Legge elettorale da adottare, hanno parlato anche di modifiche e come riformare il Titolo V della Costituzione, di interventi per ridurre i rimborsi ai gruppi regionali, sulla trasformazione del Senato in Camera delle Autonomie e su un modello di Legge elettorale che favorisca la governabilità del bipolarismo e che elimini il ricatto da parte dei partiti più piccoli.

Non si sanno i particolari del modello della nuova Legge elettorale da adottare, in quanto Renzi ne discuterà durante la riunione della Direzione del PD in programma lunedì 20 gennaio. Alla fine del colloquio, Renzi ha detto che è stato fatto un passo avanti significativo ed inoltre. ha dichiarato di essere d'accordo sulla disponibilità  di aprire il discorso a chi sarà interessato e vorrà partecipare all'evento.

Tante le reazioni a questo incontro. Il governo Letta si trova dì'accordo, mentre il Segretario del nuovo partito NCD Angelino Alfano, ha messo dei paletti, affermando che la Legge elettorale senza di loro non la possono fare. E' stato più drastico Fabrizio Cicchitto nel dire che detto incontro, assomiglia al patto fra Stalin e Hitler sulla Polonia.

Parole dure che lasciano intendere le difficoltà che incontreranno i vari gruppi politici nel trovare un accordo. Addirittura Fassina, PD, ha detto che si è trattato di un incontro vergognoso e i bersaniani sono pronti a uscire. A quel che si può capire, i Democratici sarebbero sull'orlo di una sissione.