Allaprima direzionalenazionale del partito democratico, MatteoRenzi, il neosegretario, ha esordito con moniti e riflessioni che hannolasciato di stucco tutti, parlando di 10 mesi di fallimenti e pocheriforme. "Scarseggiano i risultati. O il Pd riesce a realizzarele riforme, o saremospazzati viae tutti ci addebiteranno la colpa del fallimento". E' questa lafrase più emblematica dell'intervento fatto, rivendicando il dirittonon solo di criticare il governo, ma anche di dettarne l'agenda delleazioni da intraprendere nell'immediato. Dal canto suo, il premierEnrico Letta,non presente alla direzione, con l'usuale fair play che locontraddistingue, ribatte: "Naturalmente ho un parere diversosull'operato del governo".

Scambio di battute sagaci tra i duepolitici più "chiacchierati" del momento.

"Dobbiamoportare a casa dei risultati, altrimenti andiamo di qui ai prossimi 4mesi incontro a una devastante campagna elettorale, con la demagogiae l'antieuropeismo di Berlusconi e di Grillo".Proprio in forza di simili considerazioni, il neosegretario ha decisodi incontrare il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi, per unaccordo sulla legge elettorale. Incontro avvenuto proprio nella sededel Pd a Roma, pur sapendo di incontrare contrarietà, ma ancheostilità sia all'interno del suo partito, sia dalle forze checompongono la maggioranza del governo in cui il Pd è il partito dimaggior peso.

Renzie la legge elettorale.

Lalegge elettorale è in cima alle priorità del neosegretario,specialmente dopo i chiarimenti derivati dalla lettura dellemotivazioni sulla sentenza della CorteCostituzionale che,ricordiamo, habocciatoil "porcellum".L'incontro con il Cavaliere,è un eventostorico.Per la prima volta, il leader di ForzaItalia,varca la soglia della sede dei "nemicicomunisti".

E' un'immagine forte che passerà alla storia. Matteo Renzi nonmolla, difende il suo agire e la sua agenda, non evidenziando paurené tentennamenti rispetto alle cose, che a suo dire, bisogna fare,non preoccupandosi delle possibili fronde o defezioni che il votosegreto potrebbe riservare sulla legge elettorale.

L'accordocon Berlusconi

  • riformadell'articolo quinto della Costituzione con un nuovo ruolo e nuovefunzioni delle Regioni;

  • trasformazionedel Senato in Camera delle autonomie senza elezione diretta deisenatori

  • modifichecostituzionali per il bicameralismo perfetto;

  • leggeelettorale che favorisca il governare, senza la possibilità diveti e ricatti dei partiti minori;

  • aperturaai partiti ed alle altre forze politiche che condividono questeimpostazioni.

Insommaun Matteo Renzi sempre più determinato e nel contempo fiducioso. Iltempo gli sarà galantuomo? Riuscirà questo a far evaporare malumorie dissensi, interni al P.D., ma anche esterni?