Il nuovo Governo che si sta per formare, guidato da Matteo Renzi, eredita nodi cruciali e situazioni economiche, finanziarie, politiche e sociali dai suoi predecessori che dovrà necessariamente affrontare se vorrà andare avanti.

E' innanzitutto indispensabile che nel programma del nuovo Premier sia chiaro che si procederà a necessari tagli della spesa pubblica e del debito. In questo, gli italiani si aspettano particolari passi avanti in sforbiciate più incisive dei costi della politica e nel ridurre drasticamente il peso della burocrazia soprattutto nei confronti delle attività produttive in quanto freno dell'operatività quotidiana.

Ancora più evidente è il risentimento che si sta diffondendo nei confronti delle tasse. Diverse, in tal senso, sono le sfide che il nuovo Governo sarà chiamato ad affrontare: dall'introduzione di sgravi fiscali per le imprese all'utilizzo dei proventi della lotta all'evasione per ridurre l'imposizione fiscale stessa, dall'immissione di norme più severe per combattere l'evasione fiscale al maggior utilizzo del denaro elettronico o, se vogliamo, al limitare ulteriormente l'uso di denaro contante. In quest'ottica vanno viste anche le richieste, provenienti da più parti, di stringere maggiori accordi con la Svizzera sulla tassazione dei capitali detenuti nelle banche elvetiche. In tema di investimenti finanziari interni si dovrebbe garantire la riduzione dell'imposta da bollo ed il ricorso a piani di risparmio a lungo termine agevolati fiscalmente.

Capitolo lavoro. Il mercato del lavoro necessita di una maggiore e vera flessibilità, da non confondere con la precarietà e la fragilità. Le imprese, per poter tornare ad assumere, hanno bisogno di sgravi fiscali. Attenzione però: le furbizie del passato, l'applicazione distorta e all'italiana della Legge Biagi ha portato, a lungo andare, a conseguenze devastanti per le imprese stesse.

Se da un lato le imprese chiedono una riduzione fiscale, dall'altro dovranno impegnarsi a basare il proprio rapporto con i lavoratori sulla base della correttezza e della trasparenza. A tal proposito, basta farsi un giro sui siti di offerte di lavoro per constatare il marciume nascosto dietro ambizioni e flessibilità.

E' altresì necessario rivedere i vincoli del patto di stabilità: gli enti locali hanno bisogno di liberare risorse a livello territoriale, la politica restrittiva imposta dalla Comunità Europea finora ha mietuto vittime ovunque.

In tal senso l'errore che non dovrà fare Renzi è ben conosciuto: all'Italia non serve un Premier che tenga a bada i conti e faccia da portavoce della politica comunitaria.

Ed infine le riforme: quella delle pensioni è, ancora una volta, la più attesa. Ma anche quella fiscale, il cui peso è stato fin troppo addossato ai lavoratori per il tramite degli imprenditori, anche loro vittime in solido.