Da quando è stato eletto come segretario della direzione del Pd, Matteo Renzi, tra indiscrezioni e smentite, sembrava che non dovesse tardare questo momento, si capivano benissimo le intenzioni, al di là delle dichiarazioni, il Paese del resto vive una situazione che non ci si poteva aspettare altro, certo non con un cambio della guardia di non grande livello politico per il colpo basso all'attuale premier.

Da Palazzo Chigi il premier Enrico Letta ha deciso di rimettere il suo mandato nelle mani del Presidente della Repubblica e salirà al colle per le decisioni sulle sue dimissioni, ma il programma di Renzi e il suo progetto di futuro su quali temi si svilupperà?

Letta lascia il governo, dopo aver cercato nell'ultimo mese di andare in giro per recuperare soldi e investimenti all'estero, un passo che molti hanno sottovalutato ma è davvero stato una mossa strategica e nuova cercare di far pubblicità all'Italia e alle sue potenzialità.

Che cosa non piace e non è piaciuto ai cittadini, alle imprese e alle categorie deboli di questo Paese, della politica del premier Letta? Ancora troppe tasse sulle fasce deboli, nessun interesse e nessuna progettualità per il lavoro, se non sgravi e incentivi all'assunzione per le imprese, di istruzione e di sicurezza del Paese, si è parlato tanto ma fatto poco, di oggi la notizia del crollo della scuola, per non parlare del caso Elettrolux e situazioni gravi di imprese che scappano dall'Italia.

Cosa succederà? Si escludeva una passaggio dall'aula per il voto di fiducia, ma Berlusconi, nonostante sia fuori da giochi, si recherà da Napolitano coi capigruppo per chiedere il voto in aula.

Pippo Civati ha bocciato il comportamento di  Matteo Renzi per la realizzazione di un nuovo governo, in sede del Pd durante il dibattito hanno detto di non lasciare la sala perché al termine è previsto un voto, così Sandra Zampa, vicepresidente dell'assemblea Pd, ha dato l'avvio al ribaltone. Cuperlo a sua volta ha chiesto: "che la direzione non venga chiamata ad esprimersi oggi con un voto, anche per evitare che si crei un precedente".

Come Bersani anche Renzi parla per simbologie, e ha dichiarato:"L'Italia non può vivere in una situazione di incertezza e instabilità, siamo a un bivio e se l'Italia chiede un cambio radicale o lo fa il Pd o non lo fa nessuno. Vi chiedo di uscire dalla palude". Il bivio di cui parla sono le elezioni oppure trasformare questa legislatura in costituente. 

Enrico Letta di certo con amarezza ha atteso il voto della direzione per comunicare che andrà al Colle per dimettersi.

Le dichiarazioni dei vari partiti si sono accavallate, Alfano ha detto:"Ci confronteremo con la proposta di Renzi che ha un perimetro ben chiaro" e ha aggiunto: "siamo indisponibili a un governo politico che abbia un connotato di sinistra". Sel dichiara che"Un governo con Alfano non ci interessa". "Il Movimento 5 Stelle non voterà la fiducia ad un governo guidato da Matteo Renzi ma valuterà le singole proposte", dice Casaleggio. "Un contratto di governo in un orizzonte di legislatura", per Scelta civica. "Se sarà Renzi il prossimo presidente del Consiglio incaricato gli diamo un minimo di credito", le parole di Salvini della Lega.