Che Amnistia e Indulto non fossero una priorità all’interno del programma di riforme del nuovo governo lo si era capito sin dal discorso di insediamento pronunciato dal premier Matteo Renzi, ma quanto accaduto alla Camera nella giornata di ieri pare francamente eccessivo: come riportato da Repubblica.it, l’aula ha infatti approvato la mozione di riforma delle pene detentive preparata in Commissione Giustizia, ma all’incontro - nel corso del quale si è parlato di Amnistia e Indulto avviando la discussione sui due provvedimenti di clemenza in risposta al messaggio inviato da Napolitano lo scorso ottobre - erano presenti pochissimi deputati.





Lo stesso ministro della giustizia Andrea Orlando non era presente perché impegnato in un vertice UE tenutosi a Bruxelles, cosa che avrebbe dovuto suggerire quanto meno un’altra data o comunque una fissazione dei tempi adatta a consentire la presenza del guardasigilli; duro il commento di Liana Milella sempre sulle colonne di Repubblica.it: ‘Alla Camera, per il dibattito sull’amnistia dopo il messaggio inviato da Napolitano per sollecitare misure per carceri umane, ci saranno sì e no 50 deputati. Non c’è neppure il Guardasigilli Orlando, che ha scelto di andare a Bruxelles per un vertice dei ministri della Giustizia. Se non altro per rispetto al capo dello Stato la presenza in aula avrebbe dovuto essere obbligatoria’.

Ma andiamo con ordine cercando di capire cosa prevede la riforma approvata e quali possono essere i futuri scenari in tema di Amnistia e Indulto 2014.

Amnistia e Indulto 2014: la Camera approva la riforma delle pene detentive e apre ai due provvedimenti di clemenza ma l’aula è deserta



La mozione di riforma allestita in Commissione Giustizia riguardo le pene detentive è stata approvata dalla Camera con 325 voti favorevoli e 107 contrari; l’aula parlamentare ha contestualmente statuito le necessità di ridurre l’utilizzo delle pene detentive in carcere e di incrementare il ricorso all’espiazione delle pene nei paesi d’origine per i condannati stranieri.



Il testo, preparato dalla Commissione Giustizia in seguito al messaggio inviato alle Camere da Giorgio Napolitano, non esclude il ricorso ad Amnistia e Indulto in questo 2014 ma nonostante ciò è montata la polemica per via della poca presenza in aula, con il deputato Daniele Farina sul piede di guerra: ‘Abbiate il coraggio di dire - ha dichiarato l’esponente di Sel - che non si farà né Amnistia né Indulto: fate capire al presidente della Repubblica che ci avete messo una pietra sopra. Una maggioranza non c’è’.



Nonostante i voti espressi tocchino le 432 unità, il dibattito si è svolto alla presenza di poche decine di deputati, qualcosa che suona come una mancata assunzione di responsabilità riguardo i due provvedimenti costituiti da Amnistia e Indulto: ormai da mesi il Presidente della Repubblica Napolitano invita il parlamento a pronunciarsi in merito, dato che il tempo per provvedere sta per scadere. A maggio l’Italia sarà infatti valutata dall’UE su quanto fatto in tema di emergenza carceri, e considerati gli attuali numeri il rischio di incappare in pesanti sanzioni è più che certo: lo Svuotacarceri ha consentito l’uscita di circa 200 detenuti a settimana da fine dicembre 2013, e se si pensa che attualmente risultano reclusi circa 64.000 detenuti  fronte di 43.000 posti effettivamente disponibili si comprende facilmente come l’emergenza sia tutt’altro che rientrata.



Al di là della possibile sanzione internazionale, c’è poi da tenere in considerazione la violazione dei diritti dei detenuti: in molti hanno infatti a disposizione meno di 2 metri quadrati all’interno delle proprie celle, a fronte di uno spazio minimo fissato in realtà a 3 metri dalla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo.



A questo punto l’unica via praticabile porta ad Amnistia e Indulto già in questo 2014, ma come ormai evidente sembra non sussista una volontà politica in grado di esprimersi verso questa direzione; a questo punto non resta che attendere, le speranze di risolvere l’emergenza carceri restano comunque appese ad un filo.