Dura presa di posizione degli Stati Uniti e dell'Unione Europea, in merito al referendum che ha 'proclamato' la nascita della nuova Repubblica di Crimea. Il presidente americano Barack Obama è intervenuto a questo proposito, affermando che il risultato di tale consultazione popolare non può essere riconosciuto, auspicando, comunque, una soluzione positiva ad uno scenario politico che si preannuncia inquietante.


Cosa succederà ora nella regione dell'Ucraina e soprattutto quali saranno le possibili conseguenze di questa dichiarazione solenne? Mentre il parlamento crimeano ha chiesto l'annessione alla Federazione russa, in qualità di nuovo soggetto, gli Stati Uniti minacciano di applicare sanzioni economiche a Mosca.


Sono arrivate, intanto, le prime dichiarazioni di Vladimir Putin che ha fatto intendere come "la legge sia stata rispettata": una presa di posizione che ostenta particolare sicurezza e per nulla timorosa delle reazioni politiche internazionali, come quelle di Angela Merkel che ha duramente condannato la presenza delle truppe russe nell'area di Kherson, ultima città ucraina prima del confine con la Crimea.


Ora il mondo intero sarà costretto a 'guardare' alla finestra di una possibile crisi politica: se pensiamo che l'Ucraina non si arrenderà tanto facilmente allo sbriciolamento della sua regione e cercherà di rivendicare i suoi territori alla Russia, lo scenario che si prospetta nei prossimi mesi non sarà certamente di quelli incoraggianti.
La minaccia arriva direttamente dal Consiglio Atlantico della Nato che ha invitato "Mosca a non fare ulteriori passi per annettere la Crimea" in quanto sarebbero considerati come "una chiara violazione della Carta delle Nazioni Unite".