Il giudice per le indagini preliminari, Paolo Guidi, ha deciso oggi di rinviare a giudizio l'ex presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, con accuse molto pesanti: associazione a delinquere e corruzione. Formigoni, a giudizio insieme ad altre 9 persone, è accusato dai Pubblici Ministeri di essere stato retribuito con diverse modalità (si va dai viaggi, agli sconti su proprietà immobiliari, fino ai finanziamenti elettorali) in cambio di delibere, che portavano nelle casse della Fondazione Maugeri, una clinica privata con sede a Pavia, rimborsi indebiti per cifre che, secondo l'accusa, si aggirano intorno ai 200 milioni di euro.

Lo stesso meccanismo secondo i Pubblici Ministeri Laura Pedio, Antonio Pastore e Gaetano Ruta, sarebbe stato utilizzato anche per l'ospedale San Raffaele, sebbene per cifre inferiori, tanto che l'ipotesi è che fra il 1997 e il 2011 esistesse una vera e propria associazione a delinquere che si occupava di convogliare un vero e proprio fiume di denaro dalle casse della Regione verso alcune strutture.

Se la fondazione Maugeri ha già patteggiato la pena nei mesi passati, con diverse pene pecuniarie e condanne fino ad un massimo di 3 anni e 4 mesi, Roberto Formigoni attraverso i suoi legali respinge fermamente ogni addebito. La decisione del Gip, dicono gli avvocati Mario Brusa e Luigi Stortoni "non ci toglie l'assoluta convinzione di un'accusa che non regge al vaglio critico, non solo e non tanto priva di fondamento quanto frutto di una forzatura del buon senso, delle prove e del diritto".

L'inizio del procedimento, che si annuncia lungo e delicato, è stato fissato per il prossimo 6 maggio davanti ai giudici della decima sezione penale del tribunale di Milano.