La riforma del reato di voto di scambio approda alla Camera per la definitiva approvazione e Forza Italia muove l'artiglieria pesante. A contrastare il testo licenziato dal Senato nel gennaio scorso, è sceso in campo il capogruppo Renato Brunetta, preannunciando ostruzionismo ad oltranza con la presentazione di oltre mille emendamenti.

La nuova legge

Il disegno di legge in discussione, che riforma l'articolo 416-ter del Codice penale sullo scambio elettorale politico, ritorna alla Camera, dove aveva iniziato il suo percorso nell'estate del 2013 con Berlusconi ancora nella maggioranza di governo.

Il testo approvato in quell'occasione, configurava il reato di voto di scambio per "chiunque accetta consapevolmente il procacciamento di voti in cambio dell'erogazione di denaro o di altra utilità".

L'inserimento nel testo del termine consapevolezza era stato immediatamente oggetto di forti critiche da parte della società civile, che si era battuta per la riforma del 416-ter, vedendo in questa formulazione un indebolimento della normativa.

Magistratura e associazioni antimafia fanno notare che, solitamente, gli accusati del reato di voto di scambio ricorrono alla formula del "non sapevo che fosse un mafioso".

Con il successivo passaggio al Senato, la maggioranza registra la fuoriuscita di Berlusconi ed ha gioco facile, anche con l'appoggio del Movimento 5 Stelle, nell'eliminare dal testo la consapevolezza ed inasprire le pene fino a 12 anni di reclusione, colpendo non solo i passaggi di denaro, ma anche le raccomandazioni o altre promesse.

In virtù della nuova modifica, il disegno di legge deve ritornare alla Camera per la definitiva approvazione e Forza Italia, forte della posizione privilegiata data dall'essere il principale interlocutore di Renzi sulle riforme istituzionali, scende sul piede di guerra.

Annunciata anche la presentazione di un'istanza di incostituzionalità, con l'appoggio del Nuovo Centro Destra di Alfano e di Scelta Civica.

L'intento dichiarato è quello di far ritornare il testo, definito "indecente", in Commissione per reintrodurre la consapevolezza dello scambio o, comunque, ritardare l'approvazione della riforma a dopo le elezioni europee.

Resta da vedere se assisteremo ad una nuova "ghigliottina" da parte della Presidente della Camera Laura Boldrini o se vedremo riconosciuta la figura giuridica del tormentone "a mia insaputa".