Il neo presidente del consiglio Matteo Renzi ha ben impressionato al suo esordio promettendo interventi corposi a sostegno della Scuola, a partire dai 2 miliardi di euro destinati alle prime messe in sicurezza degli edifici scolastici. E sembra che mercoledì prossimo annunci altri interventi significativi a sostegno dell'istruzione. È sicuramente un buon inizio, anche se di miliardi ce ne vorrebbero molti di più solo per le emergenze e per rendere le aule qualcosa di vagamente somigliante a un luogo dove si apprende e si fa cultura.

Ma quali sono le altre emergenze della scuola?

Innanzitutto è un'emergenza nazionale restituire la dignità agli insegnanti, ridotti da giornalisti disinformati, da politicanti ignoranti e da amministratori ingordi e in mala fede a poco più di maldestri baby sitter, sottostimati dalle famiglie e derisi dagli alunni, investiti di enormi responsabilità e mal pagati.

Ma chi la scuola la vive dal di dentro sa che la gran parte degli insegnanti sono degli eroi prestati alla quotidianità che fanno notizia solo quando sbagliano. Sono i custodi gelosi dei nostri figli, abbandonati in una civiltà che ha ridotto la famiglia a un colabrodo svuotato di ogni riferimento.

Le famiglie sfasciate dai fallimenti personali di chi i figli li ha messi al mondo, sanno di poter contare ogni mattina sugli insegnanti che si fanno, di volta in volta, consiglieri, psicologi, assistenti sociali attraverso la formazione faticosa e paziente della persona e del cittadino consapevole.

È frustrante, però, per queste persone, che non hanno diritto a un ufficio o a una scrivania, che girano tra cattedre fatiscenti e aule spoglie e desolate, che si impegnano in visite o viaggi d'istruzione senza diritto a un rimborso o a una diaria, addossandosi responsabilità civili e penali che farebbero tremare i polsi ai più corrotti dei nostri amministratori, vedere ogni giorno delegittimato il proprio ruolo attraverso la penalizzazione degli investimenti sulla scuola per far quadrare il bilancio, per far tornare i conti in Europa, tra parole come deficit, Pil, spread che non dicono nulla alla quotidianità disillusa dei nostri ragazzi.

La scuola, gli insegnanti, le famiglie hanno diritto a vedersi nuovamente considerati per quello che sono: la colonna portante del nostro futuro, attraverso investimenti degni di questo nome. Non c'è più tempo per la scuola, molto meno di quello che manca alle imprese italiane prima di chiudere bottega.