Che il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano amasse intromettersi nella politica è una cosa ormai nota: anche sulla vicenda F35 il Capo dello Stato non ha perso l'occasione per farsi da parte e svolgere il suo ruolo di garante. Anzi, in questi giorni si è attivato affinchè fosse rilanciata l'iniziativa dell'acquisto dei costosi cacciabombardieri a stelle e striscie.

Gli aerei sono fortemente contestati dall'opinione pubblica visto il loro costo esorbitante e anche il Presidente del Consiglio Renzi sembra volere, in qualche modo, limitare le spese in questo settore: anche per tale ragione Napolitano ha convocato per il 19 marzo il Consiglio Superiore di Difesa, organo che era quasi del tutto scomparso in passato e da lui stesso presieduto in virtù del suo ruolo, al fine di risolvere l'eterna questione.

Il Parlamento lo scorso anno votò una mozione con cui sostanzialmente stabiliva che l'acquisto degli F35 fosse subordinato ad un voto della massima assise nazionale. Nessun taglio, almeno per ora, però quanto meno un margine di controllo delle Camere e di discussione nel Paese.

Tuttavia Napolitano di lasciar perdere i "giocattolini difettosi" americani non vuole saperne: quasi come garante - non è noto di chi - si spende nella difesa degli F35 e del programma che l'Italia si è impegnata a sostenere. Re Giorgio interpreta il suo ruolo rispettando con ossequio la massima Pacta sunt servanda: la cosa che non è chiara, però, alla luce del suo comportamento è di quale Paese sia il Capo dello Stato. Germania e Stati Uniti, nel frattempo, dormono sogni tranquilli.